Vrasciole e non polpette! Ha subito chiarito la cuoca contadina Loredana De Brasi, che ha presentato questa prelibata pietanza di origine contadina nella trasmissione “I Fatti Vostri” in onda su Rai2. E lo ha spiegato alla conduttrice Anna Falchi e ai telespettatori. La brace, ossia i tizzoni ardenti di carbone, veniva utilizzata quotidianamente in passato. Ancora oggi c’è chi si ricorda la famosa vrascéra utilizzata dai nostri nonni. Vrasciòla è un termine derivato dal fatto che si tratta di un alimento preparato sul vrascére, o comunque sulla vràce. Passo passo, Loredana ha illustrato la ricetta “che – ha chiarito – recupera ad esempio il pane raffermo. Questo, a testimonianza di una buona usanza da riprendere e valorizzare sempre di più: nella cucina contadina non si butta niente e tutto viene recuperato”.
Piatto diffuso in tutta la regione
Piatto diffuso in tutta la regione
“Le vrasciole calabresi sono un piatto tipico della Calabria – ha detto la cuoca contadina – diffuso in tutta la regione. Si tratta di polpette di carne dalla forma allungata e rigorosamente fritte in olio extravergine d’oliva in modo da risultare croccanti e ben dorate fuori e morbide e umide all’interno. Vengono servite come secondo o, molto più spesso, come antipasto, in entrambi in casi ben calde. L’impasto è molto semplice: carne macinata di maiale e di manzo, pane raffermo sbriciolato, formaggio e uova e per profumare prezzemolo e aglio. Una ricetta tradizionale tanto semplice quanto appetitosa che fa subito pensare al calore di casa e della famiglia riunita. La ricetta della vrasciola presentata diventa poi piccante e ancora più ricca grazie all’aggiunta della ‘nduja”.
Entrano a pieno titolo nel pantheon dello street food italiano
Alla fine Anna Falchi ha posto sulla cartina dell’Italia in corrispondenza della Calabria la bandierina delle vrasciole che entrano a pieno titolo nel pantheon dello street food italiano. “Un’altra occasione importante – sottolinea Mario Ambrogio, responsabile regionale di Campagna Amica – per valorizzare le nostre pietanze, i prodotti e l’abilità delle nostre cuoche/i contadini che gestiscono con professionalità gli agriturismi”.