di Danilo Colacino – È pronta a salire sul camper, bardato di ‘drappi’ color arancio, di Carlo Tansi per attraversare la Calabria in lungo e in largo proprio insieme al ‘suo geologo’ prestato alla politica, con velleità da governatore, e i colleghi aspiranti consiglieri di Palazzo Campanella. Un giro di ben dieci giorni filati, a partire da venerdì prossimo. Senza sosta. Ma lei non sta più nella pelle, altro che stanchezza.
E già, perché Giuseppina (all’anagrafe, ma Giusi per tutti) Militano all’alba dei 40 anni è convinta che la rivoluzione sia possibile. Che la candidatura a presidente della Regione dell’ex capo-dipartimento della Protezione Civile calabrese richiamerà alle urne migliaia di cittadini liberi da logiche di schieramento, di partito e quant’altro, ‘sedotti’ dall’onda arancione e quindi non più in preda al crescente astensionismo. Sarà? Lo vedremo.
E già, perché Giuseppina (all’anagrafe, ma Giusi per tutti) Militano all’alba dei 40 anni è convinta che la rivoluzione sia possibile. Che la candidatura a presidente della Regione dell’ex capo-dipartimento della Protezione Civile calabrese richiamerà alle urne migliaia di cittadini liberi da logiche di schieramento, di partito e quant’altro, ‘sedotti’ dall’onda arancione e quindi non più in preda al crescente astensionismo. Sarà? Lo vedremo.
Però ciò che più colpisce è la carica e l’entusiasmo di questa donna, bi-laureata in Scienze Politiche nonché Sociologia e Politiche Sociali a Bologna e Firenze, dopo una prima parte di studi universitari a Cosenza, la quale non vuol saperne di rinunciare ai sogni.
Fra cui quello di un progetto personale, meglio se realizzato nella terra d’origine in cui vorrebbe tornare anche se ormai ‘si è trapiantata’ nel capoluogo toscano dove lavora da assistente sociale per il Comune. Vita da precaria, ancora, ma nel pubblico e soprattutto appagata di quello che fa.
Rientrare però nella sua Catanzaro, città con cui mai ha reciso il cordone ombelicale, avrebbe per lei tutto un altro sapore. E chissà che la strana storia, quasi da romanzo, della candidatura non le dia qualche concreta chance di centrare l’obiettivo.
Proprio a lei, figlia di un ex assessore comunale e medico, che potrebbe dunque riprendere una tradizione di famiglia, anche se ci tiene a tracciare una netta linea di demarcazione tra il suo percorso e quello del papà, da cui ha avuto tutto ma non raccomandazioni.
Tanto è vero che pur essendo rientrata a casa, dopo gli studi a Bologna e Firenze, ha rifatto il percorso inverso. Singolare, dicevamo al di là del resto, la genesi del coinvolgimento nella campagna elettorale, risalente all’inizio dell’autunno scorso.
La Militano si trova a casa in convalescenza, perché lei è…differente e quando ha un problema di salute scende in Calabria a farsi curare. Una mattina della settimana di riposo, però, le bussa alla porta proprio Tansi. Motivo? La madre della professionista è una commentatrice abituale, oltreché estimatrice, della pagina del Carlo neopolitico. Che lo stesso geologo vuole incontrare di persona, presentandosi da lei.
Tra una chiacchiera e l’altra, tuttavia, conosce pure la figlia – Giusi appunto – ed ecco la proposta: “Si candidi con me”. Secco il no. Almeno uscito di getto dal cuore e dalla bocca della giovane donna.
Ma poi la Militano riflette e ci racconta che davanti allo specchio la sera borbotta a se stessa: “Giuseppi’ (si chiama così con ironia), come fai a cambiare quanto non va, a combattere un sistema marcio, se non ti impegni in prima persona?”.
Succede quindi che il no si tramuta subito in sì e la vulcanica Militano è in campo. Un impegno degno di una persona poliedrica e travolgente con la carica di buonumore e vitalità, di cui è portatrice e dispensatrice, ma anche e soprattutto di un’attivista galvanizzata da un programma di governo della Regione – quello di Tansi – che dedica parecchio spazio alle Politiche Sociali a lei tanto care. Sarà per questo che dispensa ‘santini’, i manifesti di propaganda, in cui lei definisce la sua foto, con cui parla, ‘Santina’.
Se non è dunque differente la Militano, diteci allora chi lo è. Ma forse potrebbe risultare vincente esattamente per questo, considerato che la politica odierna ha tra l’altro bisogno di tornare alle emozioni e alla spontaneità di chi è animato da ragione e sentimento. Di quanti, insomma, ci mettono il cuore e la passione, ‘elementi’ che nel tempo paiono purtroppo essersi persi per strada. Un vero peccato, considerato come nulla viene bene se fatto senza amore.