“Dopo un lungo periodo di attesa, non posso che rompere il silenzio, confermando a gran voce, quanto in più occasioni raccontato in comunicati ed interviste, nel merito di un atto ingiuntivo, notificato nell’anno 2012 e concluso in primo grado ‘sentenza 678/2020’, con la condanna del Comune di Catanzaro, al pagamento di una considerevole somma ‘circa trecentocinquantamila/euro’ oltre interessi e fino al soddisfo”. E’ quanto scrive in una nota Francesco Carlone, amministratore della Idc Srl. “Le ripetute interlocuzioni – sottolinea – con il settore avvocatura, per addivenire ad una transazione con significativo risparmio economico per l’amministrazione e quindi per cittadini, rimangono da mesi appesi ad una nota ‘del tutto inevasa’, trasferita dal settore avvocatura al settore gestione del territorio, quale risultato dell’incomprensibile presunzione, di una ‘parte di’ macchina comunalburocratica, nei confronti di cittadini ed imprese”.
Appello al sindaco Abramo
Appello al sindaco Abramo
Carlone si rivolge quindi al sindaco Sergio Abramo sostenendo che questa “è la stessa ‘parte di’ macchina che, dopo anni di attività politica, non le ha consentito e forse non lo consentirà ancora, di portare a conclusione la realizzazione di una nuova piattaforma depurativa che ha visto il susseguirsi di aggiudicazioni, revoche, ricorsi e per ultimo, una fase di progettazione che dovrebbe concludersi ‘forse’ a fine luglio e che, tra le tante cose, prende in considerazione l’adeguamento dell’attuale e vetusto impianto di depurazione, quello stesso impianto che nel lontano 2005, uno stimato dirigente comunale, definì una bomba ad orologeria. Spero Sig. Sindaco Sergio Abramo, di ricevere a breve una convocazione, in modo che sia consentito ‘carta alla mano’, assicurarmi risposte da cittadino prima ed amministratore poi”.