“Sindaco, ci aiuti a salvare i nostri figli”. È l’accorato appello che Marialuisa Fabiano, insegnante di una scuola primaria nonché madre di due figli, ha fatto recapitare tramite i social al primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo.
“Ormai da due anni – scrive l’insegnante – viviamo in stato di emergenza e, come tutti sappiamo, la situazione, anziché migliorare, sta peggiorando sempre più. Tra qualche giorno riapriranno le scuole e noi genitori e docenti ci troveremo a far fronte ad una situazione che finora non avevamo dovuto affrontare, in quanto mai come in questo momento abbiamo avuto un numero così alto di contagi. Ho sentito dire più volte in tv che noi italiani dobbiamo vivere una situazione di “normalità”. Ma di quale normalità si parla? Di pura facciata?”.
“Ormai da due anni – scrive l’insegnante – viviamo in stato di emergenza e, come tutti sappiamo, la situazione, anziché migliorare, sta peggiorando sempre più. Tra qualche giorno riapriranno le scuole e noi genitori e docenti ci troveremo a far fronte ad una situazione che finora non avevamo dovuto affrontare, in quanto mai come in questo momento abbiamo avuto un numero così alto di contagi. Ho sentito dire più volte in tv che noi italiani dobbiamo vivere una situazione di “normalità”. Ma di quale normalità si parla? Di pura facciata?”.
“A noi non serve una finta normalità”
“A noi – prosegue l’insegnante – non serve una finta normalità, ma la realtà, e la realtà ci porta a fare i conti con un virus che contagia molto velocemente e che, purtroppo, sta facendo morire molte persone, anche se al telegiornale appaiono solo come dei numeri. Normalità o realtà? La realtà è che in classe in pochi metri quadrati ‘vivono’ quotidianamente circa 25 alunni – se non di più – per almeno 6 ore al giorno, per non parlare del tempo pieno, in cui le ore diventano 8. Alunni e docenti indossano le mascherine? Ma certo! Peccato, però, che siamo costretti ad abbassarle per bere, per soffiare il naso, per fare merenda, per pranzare. Peccato, però, che gli alunni in ciascun piano sono circa un centinaio e devono utilizzare lo stesso bagno. Peccato, però, che in una stessa sedia, nella medesima giornata, si siedono più docenti. Peccato, però, che la finestra e la porta dell’aula vengono aperte da un numero diverso di docenti e di alunni nella stessa giornata. Ma le scuole sono sicure!”.
Chiesta l’attivazione della Dad
Inoltre, l’insegnante ricorda che “tante classi saranno scoperte in quanto molti colleghi sono stati contagiati o si trovano in quarantena. E allora, caro sindaco, le chiedo: cosa è più importante in un momento come questo, fingere la normalità o guardare in faccia la realtà? Non chiediamo la chiusura delle scuole, bensì l’attivazione della Dad, che ci permetterà di continuare a fare scuola, ma magari di salvare tante situazioni per le quali, purtroppo, non si potrà tornare indietro. Ci aiuti signor sindaco a salvare i nostri figli!”.