di Antonio Battaglia – Un’opera fortunata, che dimostra quanto il patrimonio culturale calabrese riesca a rilanciare l’immagine e la reputazione della regione a livello internazionale. Macina successi “L’afide e la formica”, il primo film del giovane regista lametino Mario Vitale uscito nelle sale cinematografiche di tutta Italia dal 4 novembre. La pellicola, prodotta dalla Indaco del catanzarese Luca Marino e supportata dalla Calabria Film Commission in collaborazione con Rai Cinema, ha vinto qualche giorno fa il premio come miglior film italiano in occasione della 75esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno.
Uno straordinario riconoscimento ad un talento purosangue calabrese come Vitale, al suo lavoro di profonda valenza sociale e alla sua maestria nel dare un nuovo volto a luoghi e persone del nostro territorio. L’opera, infatti, è stata girata a interamente Lamezia Terme e vanta un cast di assoluto livello: Giuseppe Fiorello, Cristina Parku, Valentina Lodovini, Alessio Praticò, Nadia Kibout, Anna Maria De Luca ed Ettore Signorelli.
Uno straordinario riconoscimento ad un talento purosangue calabrese come Vitale, al suo lavoro di profonda valenza sociale e alla sua maestria nel dare un nuovo volto a luoghi e persone del nostro territorio. L’opera, infatti, è stata girata a interamente Lamezia Terme e vanta un cast di assoluto livello: Giuseppe Fiorello, Cristina Parku, Valentina Lodovini, Alessio Praticò, Nadia Kibout, Anna Maria De Luca ed Ettore Signorelli.
La carrellata di riconoscimenti
Quella ricevuta a Salerno, però, non è l’unica gratificazione per il regista Vitale. Anche al Montelupo Fiorentino Film Festival, “L’afide e la formica” è stato giudicato il migliore dei film in gara e a Giuseppe Fiorello è andato il premio di migliore attore. Una menzione soddisfacente per il famoso interprete, la stessa avuta al Catania Film Fest con un premio speciale che è stato poi consegnato anche a Mario Vitale. E ieri sera l’ultimo successo in ordine di tempo: in occasione dell’undicesima edizione del Matera Sport Film Festival, la pellicola calabrese ha sbaragliato tutte le altre in concorso e a Nadia Kibout è stato assegnato il premio come miglior attrice.
Ma non è finita qui: il racconto cinematografico in salsa calabrese è stato infatti selezionato in altri tre prestigiosi contesti: si tratta della decima edizione dell’Asti Film Festival, il Film Festival Internazionale Milano e l’Ostia International Film Festival. Come se non bastasse, se n’è interessato anche l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid proiettandolo in occasione del Festival di Cine Italiano in collaborazione con Giffoni Film Festival. Una autentica carrellata di emozioni, ben meritata, in poco più di tre settimane dall’uscita del film nelle sale.
Una storia di integrazione
Nato con l’intento di raccontare la Calabria, non quella stereotipata che rappresenta solo una piccola minoranza, ma quella Calabria vera, fatta di ospitalità e culla di culture che si sono susseguite rendendola affascinante, il film vuole lanciare un messaggio di speranza. Non solo per questa terra, con la sua voglia di uscire da quella immagine ricorrente che non le appartiene al 100%, ma anche per l’integrazione, il dialogo, il confronto, l’ospitalità che è parte integrante delle tradizioni di questa regione. La pellicola, infatti, racconta la storia di un ex maratoneta, insegnante di educazione fisica, che intreccia il suo vissuto con quello di una ragazza musulmana la cui vitalità e determinazione lo contagerà al punto che deciderà di allenarla per farle vincere la sua corsa più importante: quella della vita. Una storia tra altre storie – nata da un’idea dello stesso Vitale e di Saverio Tavano che insieme a Josella Porto e Francesco Governa l’hanno sceneggiata – che racconta di integrazione e scambi culturali. Il tutto visto attraverso gli occhi di un’adolescente che, con i suoi sogni, diventa simbolo di un desiderio di appartenenza ed integrazione di tutta una nuova generazione di immigrati.
La Calabria che va avanti
La soddisfazione è immensa per Luca Marino, catanzarese e amministratore delegato della Indaco, società che opera nel campo della comunicazione a tutto tondo e grazie al ramo Indaco Film, specializzato nello sviluppo delle opere audiovisive, realizza diversi spot e documentari. Nella sua carriera, Luca ha avuto già moltissime soddisfazioni e in pochi anni dalla nascita di Indaco è riuscito a fare incetta di due dei riconoscimenti più ambiti del cinema italiano. Nel 2018 è “Bismillah”, diretto da un altro catanzarese doc come Alessandro Grande, a vincere il David facendo conoscere Indaco nel firmamento dello spettacolo. Poi il bis con “Inverno”. Ma Luca è legato a ogni suo lavoro in modo particolare e di quello girato a Lamezia ne va fiero: “Il cinema è un volano incredibile per l’economia di un paese. Oltre al notevole indotto – afferma ai nostri microfoni -, la promozione turistica che scaturisce da un progetto cinematografico ha una portata di livello internazionale. Bisogna pensare a una Calabria che va avanti e scala le classifiche degli indicatori nazionali anche con la cultura. La forza delle nostre radici – conclude – rappresenta un patrimonio da esplorare e questo film ne è la dimostrazione”.
Un sogno diventato realtà quello del giovane regista lametino Mario Vitale che, dopo una serie di corti di successo come “Al giorno d’oggi il lavoro te lo devi inventare” o “Prenditi cura di me”, ha realizzato il suo primo lungometraggio: “L’obiettivo di questa storia è quello di toccare le corde emotive del pubblico. Questi premi e riconoscimenti ci fanno pensare che quella intrapresa sia realmente la strada giusta”.