Il commissariamento del Comune doveva durare appena 60 giorni, giusto il tempo di attivare le procedure per ripetere il voto in solo 4 sezioni (su 78), dopodiché l’amministrazione comunale eletta dai cittadini sarebbe dovuta tornare in carica. Invece è passato quasi un anno e nonostante le “mini” elezioni siano state svolte il 3-4 ottobre la proclamazione del sindaco e del consiglio comunale sta slittando per dei cavilli tecnico-giuridici e per un paradossale cortocircuito tra Prefettura e Tribunale.
Senza precedenti
Senza precedenti
Il caso di Lamezia è senza precedenti nel panorama nazionale. La quarta città della Calabria è l’unico Comune in Italia in cui nella recente tornata delle Amministrative ci sono state elezioni parziali. Il Tar, dopo il ricorso di due ex candidati a sindaco che ha fatto emergere alcune irregolarità nello scrutinio risalente a novembre del 2019, ha annullato il verbale di proclamazione degli eletti e ha ordinato la ripetizione del voto nelle 4 sezioni in cui sono emerse le anomalie. La vittoria di Paolo Mascaro, il cui secondo mandato è iniziato appunto alla fine del 2019 dopo aver portato a casa il ballottaggio contro Ruggero Pegna, non è minimamente in discussione perché il numero degli elettori chiamati alle urne al “mini” primo turno è addirittura minore della metà del vantaggio che lui ha acquisito rispetto al candidato arrivato secondo. La sentenza del Tar ha provocato la sospensione dell’amministrazione comunale e la nomina di un commissario prefettizio.
Il black out istituzionale
Per sanare le irregolarità il voto andava però parzialmente ripetuto e i decreti Covid hanno rinviato queste nuove elezioni per ben due volte, fino ad arrivare al turno di pochi giorni fa. Solo adesso però, in un paradossale cortocircuito istituzionale, tra Prefettura di Catanzaro e Ufficio elettorale del Tribunale di Lamezia ci si è resi conto che, siccome Mascaro non ha raggiunto il 50%+1 dei voti, non si può assegnare alla sua coalizione il premio di maggioranza previsto solo per chi raggiunge la maggioranza assoluta o per chi vince il ballottaggio. In un primo momento, a febbraio, la Prefettura aveva sancito che si dovesse ripetere il ballottaggio, ma nel nuovo decreto con cui sono state indette le elezioni del 3-4 ottobre non se ne fa menzione. Dunque è venuta fuori l’ipotesi che Mascaro venga sì proclamato sindaco, ma senza il premio di maggioranza, il che gli farebbe perdere sostegno numerico in Consiglio e farebbe entrare ulteriori esponenti dell’opposizione. La decisione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, intanto è passato quasi un anno dal commissariamento provvisorio e alla fine, comunque vada, il mandato di Mascaro sarà durato dieci mesi in meno rispetto a quello di tutti gli altri sindaci italiani.
s. p.