Lande desolate, chiesto il processo per Oliverio, Bruno Bossio e Adamo

Nuovo step nell’inchiesta sulla irregolarità nella gestione di alcuni appalti, nome in codice Lande Desolate. La Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, nei cui confronti si ipotizza il reato di abuso di ufficio  e di corruzione. Tra gli indagati con l’accusa di corruzione figurano la parlamentare del Partito democratico Enza Bruno Bossio e l’ex consigliere regionale Nicola Adamo. Assieme a loro, indagati, con la medesima accusa, anche l’imprenditore Giorgio Barbieri e Francesco Tucci direttore dei lavori di Piazza Bilotti a Cosenza. Un presunto “accordo illecito” tra il direttore dei lavori di Piazza Bilotti Francesco Tucci, Adamo e Bossio finalizzato non solo a ritardarne i lavori per sfavorire il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ma anche per impedire allo stesso primo cittadino e all’assessore Giulia Fresca l’ingresso nel cantiere. Tucci, secondo le ipotesi accusa si sarebbe concretamente adoperato “sia presso i subappaltatori che presso l’ufficio tecnico comunale di Cosenza, ai fini del rallentamento dei lavori in corso a Piazza Bilotti”. In cambio, la ditta di Barbieri avrebbe ottenuto un finanziamento extra di oltre quattro milioni di euro (delibera di Giunta regionale del 13 maggio 2016) per completare i lavori delle piste da sci di Lorica, in Sila. L’obiettivo, dunque, sarebbe stato quello di un tornaconto politico: impedire al sindaco Occhiuto di inaugurare la nuova piazza.

Tra gli indagati oltre al governatore Oliverio, Adamo e Bruno Bossio, figurano anche Giorgio Ottavio Barbieri, 42 anni; Vincenzo De Caro, 66 anni, di Cosenza; Gianluca Guarnaccia, 43 anni, di Montalto Uffugo; Carmine Guido, 58 anni, di Rende; Marco Trozzo, 46 anni, di Cosenza; Francesco Tucci, 63 anni, di Castrolibero; Luigi Giuseppe Zinno, 64 anni, di Cosenza; Marco Oliverio, 44 anni, residente in Casali del Manco; Carlo Cittadini, 43 anni, di Roma; Ettore Della Fazia, 58 anni, di Roma; Gianbattista Falvo, 62 anni, di Mendicino; Rosaria Guzzo, 63 anni, di Castrolibero; Pasquale Latella, 54 anni, di Scalea; Damiano Francesco Mele, 52 anni, di Celico; Paola Rizzo, 49 anni, di Rende e Arturo Veltri 37 anni di Cosenza. Agli indagati vengono contestati i reati di falso, abuso d’ufficio, corruzione e frode in pubbliche forniture. Nei confronti di Barbieri viene ipotizzata, (secondo quanto scrivono i magistrati nell’avviso di conclusione delle indagini), anche l’aggravante dell’articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. In particolare, secondo l’accusa, parte degli utili del gruppo imprenditoriale Barbieri sarebbero finiti nella “bacinella” della cosca. Adesso la parola passa al gip Paolo Mariotti, che nel contraddittorio tra accusa e difesa il prossimo 17 ottobre deciderà se accogliere la richiesta della Procura e mandare gli indagati a processo.

Tra gli indagati oltre al governatore Oliverio, Adamo e Bruno Bossio, figurano anche Giorgio Ottavio Barbieri, 42 anni; Vincenzo De Caro, 66 anni, di Cosenza; Gianluca Guarnaccia, 43 anni, di Montalto Uffugo; Carmine Guido, 58 anni, di Rende; Marco Trozzo, 46 anni, di Cosenza; Francesco Tucci, 63 anni, di Castrolibero; Luigi Giuseppe Zinno, 64 anni, di Cosenza; Marco Oliverio, 44 anni, residente in Casali del Manco; Carlo Cittadini, 43 anni, di Roma; Ettore Della Fazia, 58 anni, di Roma; Gianbattista Falvo, 62 anni, di Mendicino; Rosaria Guzzo, 63 anni, di Castrolibero; Pasquale Latella, 54 anni, di Scalea; Damiano Francesco Mele, 52 anni, di Celico; Paola Rizzo, 49 anni, di Rende e Arturo Veltri 37 anni di Cosenza. Agli indagati vengono contestati i reati di falso, abuso d’ufficio, corruzione e frode in pubbliche forniture. Nei confronti di Barbieri viene ipotizzata, (secondo quanto scrivono i magistrati nell’avviso di conclusione delle indagini), anche l’aggravante dell’articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. In particolare, secondo l’accusa, parte degli utili del gruppo imprenditoriale Barbieri sarebbero finiti nella “bacinella” della cosca. Adesso la parola passa al gip Paolo Mariotti, che nel contraddittorio tra accusa e difesa il prossimo 17 ottobre deciderà se accogliere la richiesta della Procura e mandare gli indagati a processo.

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