“Se si chiedesse ad ogni vibonese cosa manca più di ogni altra cosa, da quando c’è l’emergenza sanitaria, a larghissima maggioranza, senza ombra di dubbio alcuno, la risposta sarà: i riti della settimana Santa. Questi ultimi anni di covid hanno infatti devastato la nostra società dal punto di vista economico, sociale e, non di meno conto, anche tradizionale“. Inizia così l’accorato appello di Mimmo Colelli, ex priore dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario di Vibo e già responsabile delle confraternite della Diocesi, al vescovo di Mileto Attilio Nostro.
Riti che uniscono un’intera comunità
Riti che uniscono un’intera comunità
I riti della settimana santa a Vibo Valentia sono “espressione di pietà popolare pura, genuina, che a distanza di secoli riesce ad emozionare un’intera comunità che – prosegue Colelli – ogni anno, nel rivivere quei momenti, si riscopre realmente unita, nell’esaltazione di un credo e di una tradizionalità che sopravvive al tempo, alle mode, alle guerre e, ci auguriamo, anche alle crisi sanitarie. Il dubbio che, anche quest’anno accompagna i vibonesi merita di avere una risposta positiva. L’arrivo di sua eccellenza, monsignor Nostro, ha risvegliato la speranza di chi, come il sottoscritto e molti altri in città e in provincia, si spendono e si battono per tutelare quel patrimonio storico, culturale e popolare che, in questa provincia, trova la sua massima espressione nei riti della settimana Santa. Inutile negare l’ostilità di ‘una parte di Chiesa’ che archivierebbe, queste espressioni di fede, come ‘pacchiane’ e decontestualizzate teatralità. Ma questo ‘nuovo corso’, molto popolare e poco intellettuale ci rincuora”.
La speranza di Colelli
“L’augurio – continua Mimmo Colelli – è che, sua eccellenza, tenga subito conto della fine dell’emergenza sanitaria, autorizzando l’organizzazione degli eventi. Sono certo che tutte le confraternite della diocesi, che ho avuto l’onore di rappresentare, saranno pronte ad impegnarsi al massimo per garantire il rispetto delle normative anticovid. La rinascita di questa diocesi – conclude – passa anche dalla tutela e salvaguardia del proprio patrimonio”.