“Il limite del Partito Democratico nel corso di questi ultimi anni, che ha decretato il suo declino e lo ha ridotto ad ottenere le percentuali più basse di consenso, è stato senza dubbio quello di essere un partito popolato da diverse correnti con svariati obiettivi. Quello che doveva essere il valore aggiunto, vale a dire l’ampio margine di rappresentanza, è divenuto il limite maggiore, perché se da un lato la ricchezza di idee e di punti di vista contrastanti possono essere l’emblema della democratica appartenenza, dall’altro possono trasformarsi in scintilla di aspri diverbi e violenti scontri politici e personali, quando, alla fine di tutto, non viene applicata la democrazia nella sua pienezza, cioè, che la maggioranza detta la linea e la minoranza ne rafforza e ne sollecita l’efficacia”. E’ quanto scrive in una nota il segretario cittadino del Pd di Catanzaro Fabio Celia che auspica che tutto ciò resti nel passato: “Quello del futuro – aggiunge – lo stesso targato Schlein, quello ambizioso, che vuole governare il Paese e che intende ricostruire l’Italia dalle fondamenta, dovrà essere ben altra cosa”.
Appello ai tesserati e ai dirigenti
Appello ai tesserati e ai dirigenti
Celia si rivolge quindi a tutti i tesserati del partito e a tutti i dirigenti cittadini e provinciali, con un preciso appello per un futuro rivoluzionario: “La politica locale, come quella nazionale, sta percorrendo la via delle faide e delle rese dei conti, tra chi è più forte, e deve comandare, e chi è più debole, e deve sottostare. Ma la cosa di cui più sono convinto è che tutto questo con la politica non ha nulla a che fare. Non è politica ricoprire ruoli e gestire potere. La politica nasce dal profondo passato dell’essere umano e rappresenta il contenitore dei suoi pensieri nel corso dei millenni. Tra i pensatori del passato, considero più che mai contemporaneo e rivoluzionario il pensiero di Hegel, secondo il quale la politica è la soluzione dei problemi delle comunità. Ma solamente quando si adotta l’unico strumento conciliatorio, vale a dire la sintesi. Senza voler entrare troppo nel particolare, basta questa semplice parola a cambiare totalmente le prospettive del partito democratico. Ognuno di noi vuole contribuire a rendere credibile ed autorevole il Pd, ma l’unico modo per farlo è attraverso l’applicazione delle regole democratiche. Non c’è nulla di più rivoluzionario e di sinistra in questo periodo storico della sintesi. Perché la causa della disaffezione da parte dei cittadini è proprio da ricercare in infiniti contrasti, diaspore e conflitti, spesso più personali che politici”.
La via più democratica? Le primarie
Il segretario cittadino del Pd sottolinea l’importanza della pluralità di idee e posizioni: “Sono una ricchezza in democrazia, ma lo sono soltanto quando alla fine si concretizza una sintesi. In queste ultime settimane, sia a livello locale che nazionale, si discute di ruoli e di potere, ma proprio perché credo nell’idea rivoluzionaria della sintesi, invito tesserati, dirigenti e simpatizzanti del Pd, a confrontarsi, sul piano politico, sulle idee e sulle vie da seguire per far sì che tutti insieme si possa esser capaci di ricostruire un grande partito, rappresentativo, nel quale gli italiani si riconoscano. E credo che la più importante tutela democratica che il Pd si è concesso da statuto e che lo stesso segretario nazionale considera strumento fondamentale, siano le Primarie. Quella delle Primarie è la via più democratica per raggiungere la sintesi e per tornare ad essere rivoluzionari, di sinistra, nel rispetto dei valori su cui il partito è stato fondato. E, dunque, si facciano primarie per eleggere i segretari cittadini, quelli provinciali e quelli regionali; si facciano primarie per eleggere i consiglieri comunali, provinciali e regionali, e si facciano primarie per i candidati a sindaco, a presidente della provincia e della regione. Questo significa fare sintesi, questo significa essere sinistra democratica. Il Pd è nato da una sintesi, ma purtroppo, fino ad ora, sintesi non lo è mai stato. E la sintesi è l’unica soluzione, senza la quale, per quanto ci ostineremo a sostenere il contrario, non saremo mai sinistra e non saremo mai cambiamento”.