Il caso

L’autogol di Fiorita e compagni: sospetti e veleni dietro il no a un nuovo hotel a Giovino

I retroscena della spaccatura della maggioranza su una pratica banale. Frizioni tra l'ala sinistra del sindaco e il Partito democratico

Tutto e il contrario di tutto. Le sedute del Consiglio comunale di Catanzaro sono sempre più da psicoterapia: bipolari e schizzofreniche. Nelle ultime due la realtà ha tuttavia superato l’immaginazione. Nella prima si è dato atto della nascita di un nuovo gruppo consiliare “Catanzaro al centro” con l’ingresso ufficiale nella maggioranza che sostiene Nicola Fiorita di tre componenti di un’opposizione sempre più sfilacciata. Regista dell’operazione Antonello Talerico nel cui universo politico ruotano ora sette consiglieri comunali. Un numero tale da renderlo sempre più una sorta di “sindaco-ombra” o di “dominus” della maggioranza (citazione di Valerio Donato). In entrambi i casi non cambia la sostanza: l’ex presidente degli Avvocati catanzaresi tiene al guinzaglio Nicola Fiorita, costretto a fare l’equilibrista tra l’area moderata che lo fa respirare e l’ala sinistra con la quale è arrivato a Palazzo de Nobili ma che inizia a mostrare segni di particolare insofferenza. L’esempio plastico è quanto accaduto nel sequel dell’ultimo imbarazzante Consiglio comunale. E’ bastata una banale pratica urbanistica per mandare quasi in frantumi la “maggioranza Bosco” alle prese ora con nuove preoccupanti fibrillazioni.

La pratica della discordia e le contraddizioni della maggioranza

La pratica della discordia e le contraddizioni della maggioranza

I fatti prima di tutto. La pratica in discussione riguardava l’area di Giovino e, in particolare, la richiesta dell’imprenditore Raoul Mellea per l’assegnazione di una categoria specifica allo scopo di realizzare nella zona un hotel. Ordinaria amministrazione, si direbbe. Non proprio visto che tra ritiri, refusi vari, rinvii e cadute del numero legale, la questione è stato proposta e riproposta più volte in Aula e, alla fine, è stata anche bocciata sul filo di lana della stessa maggioranza: 9 voti contrari, 8 favorevoli e 4 astenuti. Premessa d’obbligo: la pratica urbanistica portata in Consiglio (dopo 5 precedenti tentativi) aveva il parere favorevole del dirigente Giovanni Laganà e nessun elemento di contrarietà emerso nella Commissione presieduta dal consigliere Gregorio Buccolieri. Addirittura, l’altra consigliera di maggioranza Daniela Palaia aveva presentato un emendamento approvato dalla maggioranza dal centrosinistra. Tutto lasciava presagire un voto positivo anche perché sia gli uffici comunali che il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Giusy Iemma avevano espresso il via libera dopo aver verificato i profili di legittimità della richiesta e i vari requisiti tecnici. E’ invece accaduto l’imponderabile: voto contrario del sindaco Fiorita e della sua ala sinistra con proposta bocciata anche per via dell’assenza in aula del gruppo del Pd e dello stesso Antonello Talerico con la maggioranza che ha rischiato di andare seriamente sotto salvata dall’astensione di Valerio Donato, Gianni Parisi e Stefano Veraldi.

Botta e risposta tra i “fioritani” e l’opposizione

Eloquente il commento del gruppo di Rinascita e dei Riformisti: “Brutta ma veramente brutta pagina scritta da una Catanzaro sempre più ‘piccola’ e sempre più povera”, parafrasando il sogno della “Grande Catanzaro” alla quale ambisce Fiorita. Oltre a scontentare l’imprenditore che ha seguito da vicino i lavori del Consiglio e che potrebbe adesso ricorrere alle vie legali per far valere le proprie ragioni, il “no” dell’Aula spacca la maggioranza dando fiato all’opposizione. Non a caso la Lega ha ritrovato la parola parlando di “pagina buia per l’Amministrazione municipale di Catanzaro” e facendo emergere dubbi, sospetti e contraddizioni interni a un centrosinistra dilaniato da lotte intestine che si muoverebbe per logiche spartitorie innestate nelle trattative per il rimpasto della giunta e le nomine dei nuovi vertici delle partecipate. La stessa Lega ha fatto notare un particolare: quattro pratiche dello stesso tenore erano state votate favorevolmente dalla maggioranza che nel caso specifico ha voluto “fermare un disordinato sviluppo a macchia di leopardo dell’area di Giovani”. Almeno così sostengono i consiglieri comunali Antonio Barberio, Nunzio Belcaro, Gregorio Buccolieri, Vincenzo Capellupo, Daniela Palaia, Danilo Sergi, Raffaele Serò che dopo averla “impallinata” (non si sa se in malafede o per dilettantismo puro) hanno giudicato ottimo il lavoro svolto dal vicesindaco Giusy Iemma: “Noi – hanno sostenuto – andiamo avanti e sosteniamo senza se e senza ma il lavoro del nostro assessore all’urbanistica Giusy Iemma per dare alla Città, dopo decenni di abbandono e disordine, un Piano Strategico Comunale che possa determinare lo sviluppo del capoluogo, coniugando gli interessi generali della collettività con quelli, altrettanto legittimi, dei privati e degli imprenditori”.

Lo scontro tra i “giacobini” di Fiorita e l’ala governista del Pd

Un colpo al cerchio e una alla botte. Una strategia autolesionista che ha irritato il Partito democratico facendo sorgere sospetti e veleni sull’effettivo obiettivo di quella che Eugenio Riccio, capogruppo della Lega, ha definito “la parte giacobina vicina al sindaco Fiorita”. A pensar male si fa peccato ma a volte si indovina diceva Giulio Andreotti. Tralasciando le brutte voci che alimentano il venticello della calunnia e che girano insistentemente intorno a questa storia, i risvolti sono tutti di natura politica più che amministrativa. Fiorita è ostaggio di Antonello Talerico ed è tirato dalla giacca dai suoi che rivendicherebbero maggiore visibilità in giunta e nelle postazioni di potere. Si attendono smentite sulle aspirazioni di assessore di Capellupo e Palaia ma anche su una maggiore rappresentatività rivendicata dai socialisti che non si accontenterebbero più di avere Gregorio Buccolieri a capo di una delle commissioni più importanti. Ambizioni che si muovono quasi parallelamente con le difficoltà che il Pd ai tempi della Schlein sta vivendo a vari livelli, città di Catanzaro compresa. In questo caso si vorrebbe mettere in discussione chi la leadership l’ha conquistata a suon di voti e non con nomine calate dall’alto. Un derby tutto interno ai Dem che rischia di sgretolare l’instabile maggioranza che tiene a galla Nicola Fiorita.

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