Il Tribunale di Reggio Calabria riconosce i pericoli segnalati dall’ANCADIC, cui è esposto l’Abitato del centro cittadino di Lazzaro. Lo scrive in una nota Vincenzo Crea, Referente unico dell’ANCADICi e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”.
“E’ necessario e urgente intervenire a salvaguardia dell’abitato del centro cittadino di Lazzaro, altro che riaprire la discarica di Comunia, di cui va trovata altra area da adibire a tale scopo. I pericoli per la salute e l’incolumità della popolazione derivanti anche da dissesti idrogeologici e frane in località Comunia, da anni ripetutamente segnalati alle competenti Istituzioni dalla scrivente associazione sono stati riconosciuti dal Tribunale di Reggio Calabria con la sentenza nr. 1255/18, emessa nei confronti di soci e amministratori della ECOSERVICES S.R.L, avente come oggetto produzione di compost sita in località Comunia di Lazzaro.
“E’ necessario e urgente intervenire a salvaguardia dell’abitato del centro cittadino di Lazzaro, altro che riaprire la discarica di Comunia, di cui va trovata altra area da adibire a tale scopo. I pericoli per la salute e l’incolumità della popolazione derivanti anche da dissesti idrogeologici e frane in località Comunia, da anni ripetutamente segnalati alle competenti Istituzioni dalla scrivente associazione sono stati riconosciuti dal Tribunale di Reggio Calabria con la sentenza nr. 1255/18, emessa nei confronti di soci e amministratori della ECOSERVICES S.R.L, avente come oggetto produzione di compost sita in località Comunia di Lazzaro.
In particolare, a pagina 37 si certifica, tra l’altro, il verificarsi di una grossa frana e l’occlusione del torrente Saetta determinato da ingenti materiali riversati dall’attiguo impianto di compostaggio che hanno ostacolato il deflusso delle acque, mettendo in pericolo l’abitato del centro cittadino di Lazzaro. Aggiungiamo che il pericolo per la popolazione aumenta per la presenza di due grosse discariche abusive situate a circa 100 metri dal cimitero che hanno ostruito completamente l’alveo del torrente Saetta, oggetto di diverse ordinanze sindacali inspiegabilmente non eseguite.
Apprendiamo dalla sentenza che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria nel mese di novembre 2011 si è subito attivata a seguito della situazione di pericolo segnalata dalla popolazione di Lazzaro, da me rappresentata, nominando un Consulente tecnico che ritenuta l’urgenza si è immediatamente recato sul posto per le verifiche tecniche richieste dall’Autorità giudiziaria.
La succitata sentenza è stata inviata dalla scrivente associazione alle Istituzioni competenti per i provvedimenti a salvaguardia della popolazione che rivestono carattere d’urgenza tenuto conto dell’imminente arrivo delle piogge intense autunnali/invernali che possono provocare ingenti e irreparabili danni, purtroppo l’esperienza insegna anche a caro prezzo umano, in assenza di reali misure di sicurezza.
Ringraziamo il Ministero dell’Interno – Gabinetto del Ministro – per la sensibilità e l’interessamento dimostrati in merito alle condizioni di pericolosità del torrente Saetta che ha provveduto, facendo seguito a precorsa corrispondenza, a segnalare a mezzo fax all’attenzione della Prefettura di Reggio Calabria, per le iniziative che si riterrà di assumere, la nota della scrivente associazione dello scorso 13 luglio riguardante il grave e concreto pericolo che minaccia il Torrente Saetta. In conclusione è bene che si comprenda che la messa in sicurezza della discarica non rimuove il pericolo che incombe sulla popolazione di Lazzaro giacchè, secondo noi, le aree circostanti alla discarica sono a rischio frana, determinato da attività illegale posta in essere dall’uomo riconducibile all’interramento e al riversamento sui versanti di fanghi di depurazione e quant’altro, quindi bisogna realizzare a monte nella sovrastante vasta area di Comunia opere di contenimento a salvaguardia della popolazione, mettere in sicurezza la discarica e procedere alla definitiva chiusura. Di fronte a tale situazione di dissesto ci vuole un bel coraggio assumersi la responsabilità di riaprire la discarica e lasciare la popolazione esposta al pericolo”.
Redazione Calabria 7