di Carmen Mirarchi – Ogni 10 anni, dopo le violente mareggiate, riemergono dalle acque della Perla dello Ionio, le macine, tracce di un passato da tutelare. Ernesto Alecci, primo cittadino di Soverato, racconta ai microfoni di Calabria7.it la storia di questi reperti.
Il primo cittadino della Perla dello Jonio spera che la Regione sostenga Soverato nella valorizzazione di questa importante zona archeologica.
Il primo cittadino della Perla dello Jonio spera che la Regione sostenga Soverato nella valorizzazione di questa importante zona archeologica.
Si tratta di una cava antica che nella storia ha avuto diversi usi. L’evento della riemersione dei reperti sta molto a cuore ai soveratesi legati nel profondo a questi luoghi. Un’area archeologica affascinante.
L’area archeologica di San Nicola (a Nord di Soverato), conosciuta dai soveratesi col nome di “Poliporto” si estende dalla parete di roccia arenaria sotto alla strada comunale sino ad un lungo tratto che va dallo sbocco Nord della galleria ferroviaria sino al mare. La cava è in parte sommersa e in gran parte ricoperta dalla sabbia e dagli stabilimenti balneari.
Dalla piattaforma rocciosa venivano estratti blocchi e macine di vari diametri e spessori, di cui rimangono manufatti sparsi e numerose vasche di risulta. Alcune macine sono ancora in posto, altre sono state estratte e si trovano sparse sul fondale come se un evento improvviso abbia costretto i cavatori ad abbandonare tempestivamente e per sempre la cava. L’area di San Nicola è stata di recente sottoposta a vincolo archeologico.