Una rappresentanza delle mamme del Reventino si è riunita ieri per discutere dei servizi sanitari sul territorio sempre più compromessi. “L’ospedale è donna, ma più che donna è mamma. Mamme che – come si legge sulla pagina facebook del gruppo Comitato Pro Ospedale del Reventino (Soveria Mannelli) – non ci stanno più a vedersi in balia di circostanze approssimative, quasi fortunose. Desiderano soltanto un presidio sanitario costante per i loro piccoli, dovendosi districare in un comprensorio montano e complicato”.
Una rappresentanza delle mamme del Reventino si è riunita ieri per discutere dei servizi sanitari sul territorio sempre più compromessi. “L’ospedale è donna, ma più che donna è mamma. Mamme che – come si legge sulla pagina facebook del gruppo Comitato Pro Ospedale del Reventino (Soveria Mannelli) – non ci stanno più a vedersi in balia di circostanze approssimative, quasi fortunose. Desiderano soltanto un presidio sanitario costante per i loro piccoli, dovendosi districare in un comprensorio montano e complicato”.
Si chiede la presenza di un pediatra
“Desiderano più che altro, – precisano le attiviste – un dipartimento territoriale montano con una pediatra di base che assicuri una presenza costante e che, come usuale, abbia i suoi benedetti 800 assistiti. Non una pediatra una tantum che sebbene abbia fornito la sua innegabile disponibilità, può provvedere solo per 80 assistite. Ed inoltre pretendono l’ambulatorio di pediatria aziendale che svolga il servizio con turni ben precisi con la presenza del pediatra. È stato un incontro costruttivo, che si è allargato al resto dei problemi ospedalieri che in questo contesto si vivono con grande apprensione. Insomma si sono gettate le basi per trovare soluzioni possibili, che se restano aleatorie, impongono risposte ferme e decise. E con le mamme non si scherza”.
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