Sono stati oltre 30 i rinvii a giudizio disposti dal Gup di Bologna Roberta Malavasi nell’ambito del processo “Radici”. Gli imputati saranno processati a Modena e soprattutto a Ravenna. Nel procedimento, nato da un’indagine della Guardia di finanza che, un anno fa, aveva fatto emergere infiltrazioni mafiose nel tessuto socio-economico dell’Emilia-Romagna con personaggi ritenuti legati a organizzazioni criminali radicate in Calabria, 35 persone sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, intestazione fittizia ed estorsione, in alcuni casi con l’aggravante di aver agito con metodi mafiosi. Gli investimenti illeciti, avvenuti anche in piena emergenza Covid, avevano riguardato esercizi commerciali soprattutto del litorale romagnolo e aziende edili, della ristorazione e dolciarie.
Le misure cautelari furono in tutto 23 e riguardarono anche Francesco Patamia, candidato alla Camera alle ultime elezioni con la lista Noi moderati di Maurizio Lupi nel collegio di Piacenza e oggi rinviato a giudizio. Il troncone del processo che riguarda gli imputati a cui viene contestata l’associazione a delinquere, si svolgerà a Ravenna, con inizio il 13 febbraio, mentre a Modena saranno processati, a partire dal 27 febbraio, gli imputati accusati difatti avvenuti prima della costituzione dell’associazione.
Su 35 imputati due, con reati minori, hanno scelto il rito abbreviato, e sono stati condannati a tre anni e quattro anni: si tratta rispettivamente di Nicola Leo e Giuseppe Vivona. Un terzo imputato ha patteggiato una pena di 1 anno e 4 mesi.