di Mimmo Famularo – Dal riciclaggio internazionale di denaro sporco alle estorsioni sui villaggi turistici del Vibonese. Altro giro, altra inchiesta. Dopo il clan Bonavota di Sant’Onofrio, nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sono finiti i Mancuso di Limbadi e i La Rosa di Tropea, le due principali famiglie di ‘ndrangheta coinvolte nel maxi blitz della Squadra Mobile di Vibo Valentia. Sotto il coordinamento del procuratore Nicola Gratteri, un centinaio di poliziotti stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare che riguarderebbe complessivamente un cinquantina di soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione. Da quanto si apprende i cautelati sarebbero 56.
Nomi “eccellenti” tra i 78 indagati
Nomi “eccellenti” tra i 78 indagati
L’inchiesta, firmata dai sostituti procuratori Andrea Giuseppe Buzzelli, Andrea Mancuso e Antonio De Bernardo, coinvolge noti imprenditori turistici della provincia di Vibo Valentia, un ex dirigente regionale e persino funzionari della Prefettura di Vibo Valentia i cui nomi compaiono nella richiesta di applicazione della misura cautelare e, quindi, nell’elenco dei 78 indagati. Nell’inchiesta anche i fratelli Emanuele e Francescantonio Stillitani, imputati nel maxi processo Imponimento in corso di svolgimento nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Il blitz della Polizia e le accuse
Il blitz della Polizia ha coinvolto diverse città. Oltre a Vibo Valentia anche Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Avellino, Benevento, Parma, Milano, Cuneo, L’Aquila, Spoleto e Civitavecchia dove alcuni degli indagati si trovavano già detenuti per altra causa. Gli investigatori stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari disposte a carico di 56 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa.
I NOMI DI TUTTI I 78 INDAGATI (Clicca qui)
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