Le mani della ‘ndrangheta sul traffico dei rifiuti, la Toscana si costituisce parte civile

Ad annunciarlo è il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, convocato questa mattina in Consiglio regionale per riferire sull’inchiesta 'Keu' in Toscana

La Regione Toscana si costituisce “parte offesa” nel procedimento penale sulle presunte infiltrazioni mafiose nel traffico illecito di rifiuti nel distretto conciario di Santa Croce sull’Arno e propone l’abrogazione dell’emendamento del 26 maggio 2020 con cui si riducevano i controlli sullo smaltimento delle concerie. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, convocato questa mattina in Consiglio regionale per riferire sull’inchiesta ‘Keu’ in Toscana.

“Accanto alla magistratura”

“Accanto alla magistratura”

“Parte offesa significa scelta determinata, chiara e inconfutabile – sottolinea Giani – di essere accanto alla magistratura nell’agire per accertare i fatti, fornire supporto ai cittadini rispetto ai danni ambientali accertati e garantire lo svolgimento delle attività produttive di assoluta rilevanza per l’economia toscana”.
Per questo motivo il presidente della Regione promette controlli a tappeto dell’Arpat (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) al fine di fornire precise risposte alle sollecitazioni dei cittadini preoccupati per la salubrità delle falde acquifere. Ma il punto centrale rimane la decisione della Giunta di cancellare l’emendamento proposto l’anno scorso dal consigliere Pd Andrea Pieroni.  “Io sono favorevole all’abrogazione di quell’emendamento con una legge – spiega Giani – poiché si è rivelato inutile, non è mai stato applicato fin qui dai nostri uffici ed è oggetto di ricorso alla Consulta. Per chiudere ogni disputa interpretativa io chiederò al Consiglio di discutere la possibilità di eliminarlo dalla norma a partire da una proposta della prossima riunione di giunta”.

“Revoca della nomina per il capo dipartimento Ambiente”

Durante la comunicazione in Consiglio regionale Giani difende la scelta fatta suo tempo di Ledo Gori come capo di Gabinetto (indagato e ora in corso di revoca) e di Edo Bernini a capo della Direzione Ambiente e Energia.  “E’ stata avviato il procedimento di revoca della nomina di Gori”, sottolinea il governatore della Toscana che si augura “possa chiarire la sua posizione e la sua estraneità ai fatti”. Lo stesso vale per Bernini, “sollevato temporaneamente da qualunque competenza in materia ambientale”.  Per quanto riguarda invece Andrea Pieroni e Giulia Deidda, rispettivamente consigliere dem e sindaca Pd di Santa Croce, “in merito a presunte intercettazioni che li riguardano non riconosco alcun contenuto che possa a me essere correttamente riferito”, conclude Giani.

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