Le mani della ‘ndrangheta sulla sanità: i nomi dei 17 arrestati. C’è anche un consigliere regionale

L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria documenta le infiltrazioni dei clan nell'Asp di Reggio Calabria: scoperte truffe e illeciti sulla pandemia
Asp di Reggio Calabria

I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato corso, con il supporto operativo dei reparti del corpo dei Comandi provinciali di Milano, Verona, Livorno e Roma, all’esecuzione di una ordinanza di applicazione di misura cautelare emesse dall’ufficio gip del Tribunale di Reggio Calabria Caterina Catalano – su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dei sostituti procuratori Walter lgnazitto, Marika Mastrapasqua e Giulia Maria Scavello – con la quale sono stati disposti provvedimenti cautelari personali, nei confronti di 17 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa – finalizzata alla turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Operazione “Inter Nos”

Operazione “Inter Nos”

Tra gli arrestati nell’inchiesta denominato “Inter Nos” c’è anche consigliere regionale in carica Nicola Paris. Eletto nel 2020 nella lista dell’Udc con 6.358 voti, Paris è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Nel mirino della Dda di Reggio Calabria sono finite diverse famiglie mafiose e tra i cautelati risultano soggetti intranei o ritenuti vicini alle cosche Serraino di Reggio Calabria, Iamonte di Melito Porto Salvo e Floccari di Locri. L’inchiesta ha fatto luce su un’associazione a delinquere finalizzata al condizionamento degli appalti per le pulizie e alle varie proroghe degli affidamenti. Gli inquirenti hanno scoperto tutta una serie di corruzioni finalizzate al pagamento privilegiato di fatture. Sono emersi elementi, inoltre, su illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine nel periodo della pandemia. Paris è accusato di essere stato vicino a soggetti legati alla ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria. In particolare, secondo la Procura di Reggio Calabria, si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario infedele che avrebbe favorito i clan. Tra gli arrestati, infatti, ci sono anche alcuni funzionari dell’Asp come il direttore finanziario dell’Azienda sanitaria provinciale. Complessivamente, la guardia di finanza ha eseguito 16 arresti e una misura cautelare. Nove di questi sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Karin Catalano su richiesta della Dda e della Procura ordinaria e sette sono finiti agli arresti domiciliari, tra cui il consigliere regionale Nicola Paris, mentre per un indagato è stata disposta l’interdizione.

Chi è il consigliere regionale arrestato

Nicola Paris, di 40 anni, è stato eletto con oltre 6500 preferenze nella lista Santelli Presidente, nella coalizione di centrodestra. Nicola Paris si trova agli arresti domiciliari con le accuse, a vario titolo, di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere semplice. Eletto con 6.358 preferenze, Nicola Paris è entrato nel Consiglio regionale della Calabria con lista “Calabria Libertà Unione di Centro“. Oggi il suo arresto nell’ambito dell’operazione contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti della sanità reggina.

Nato a Reggio Calabria il 3 luglio 1981, è laureato in Scienze Politiche delle relazioni internazionali. Dal dicembre del 2002 è dipendente dell’Ansaldo Breda, oggi Hitachi Rail. Nel 2011 è entrato a far parte del Consiglio comunale di Reggio Calabria nella lista di Reggio Futura. Nel 2014 è stato rieletto al consiglio comunale della città dello Stretto nella lista del “Centro Democratico”, è attualmente componente nelle commissioni consiliari permanenti ‘Assetto del territorio’, ‘Politiche sociali e del lavoro’, e delle commissioni speciali ‘Statuto e regolamento’, ‘Controllo e garanzia’, nonché consigliere delegato ai ‘Grandi eventi e tradizioni popolari’ e all’’Edilizia scolastica’.

In carcere sono finiti: Domenico Chilà, 58 anno; Antonino Chilà, 54 anni; Giovanni Lauro, 44 anni; Antonino D’Andrea, 36 anni; Francesco Macheda, 72 anni; Nicola Calabrò, 71 anni; Giuseppe Corea, 52 anni; Massimo Costarella, 57 anni; Mario Carmelo D’Andrea, 61 anni.

Ai domiciliari sono finiti:
Filomena Ambrogio, 64 anni; Angelo Zaccuri, 65 anni; Lorenzo Delfino, 54 anni; Sergio Piccolo, 44 anni; Gianluca Valente, 46 anni; Salvatore Idà, 57 anni; Nicola Paris, 40 anni.

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