Calabria Paese dei Campanelli, si discute di Frecce Tricolori e non di “leggi truffa” in stile 1953

di Danilo Colacino – Fine settimana e mese in questo weekend da poche ore iniziato, di un maggio di un 2020 funestato dal Coronavirus che resterà nella storia pure in Calabria.

E del resto, come potrebbe essere altrimenti, nell’anno della pandemia da Sars-Cov-2.

E del resto, come potrebbe essere altrimenti, nell’anno della pandemia da Sars-Cov-2.

Siamo inoltre nel periodo che ha sancito il termine del rigido lockdown imposto dalle misure di contenimento del ferale ‘morbo’ planetario con il passaggio alla Fase 2 o 3, chissà.

Ma a certe latitudini c’è addirittura di più denotare.

Sì, proprio così, pur se è difficile da credere.

È però il caso dell’ultima regione peninsulare d’Italia in cui l’acme dell’indignazione – o quantomeno del disappunto – dell’opinione pubblica locale lo si è raggiunto ieri perché le Frecce Tricolori hanno solcato in anticipo, rispetto a quanto in precedenza annunciato, i cieli di Calabria.

Non consentendo, di conseguenza, a molti di godere dello spettacolo mozzafiato e frustrando il loro desiderio di realizzare foto e filmati ricordo. Già, quante lamentele per la troppo ‘frettolosa’ e nient’affatto puntuale pattuglia acrobatica la quale aveva peraltro più che legittimi motivi (soprattutto in ossequio alla prevenzione anti-assembramento) per anticipare di 90′ l’omaggio alla Città dei Tre Colli.

Peccato, tuttavia, che la ‘gens calabra’ del capoluogo, al pari di quella delle altre realtà territoriali, si sia mostrata assai meno interessata (non…scaldandosi) per i fatti di martedì scorso ovvero per le scelte dell’assise di via Cardinale Portanova a Reggio.

Sì, proprio le decisioni assunte dall’assemblea di Palazzo Campanella in cui in un mare magnum di delibere la Casta ha piazzato due colpi ‘pro domo sua’ mica male.

L’establishment ha infatti messo a segno un ‘uno-due’ da manuale tra l’indifferenza generale o quasi. Bravi tutti, non c’è che dire, per carità.

La maggioranza di centrodestra (come tra l’altro da noi anticipato) a sostegno (almeno sulla carta) del governatore Jole Santelli ha nello specifico istituito – facendo marameo alle opposizioni in disaccordo – la Supercommissione Agricoltura, Consorzi di Bonifica, Sport, Turismo e altro ancora.

Una roba tanto eterogenea e vasta da sembrare ingestibile pur nell’evenienza di poter contare su competenze e strutture della Nasa e per cui è oltretutto persino inutile ribadire l’aggravio di spese a carico dell’ente (sigh!!!).

Ma tant’è.

Di fronte agli smisurati appetiti politici da placare dopo l’amarezza manifestata da più parti all’epilogo del ‘gioco degli assessorati’ bisognava intervenire.

E subito anche, allo scopo di eliminare pericolose fibrillazioni e minacce agli equilibri dell’assetto di potere creatosi con il voto del 26 gennaio.

Finita qui?

Nemmeno per sogno.

Perché, se il consesso si è come premesso solo in parte spaccato sull’affaire Commissioni, non lo ha fatto – dunque convergendo in modalità bipartisan – sull’implementazione delle tutele ai consiglieri in carica guarda caso da inizio 2020 sull’assai caro argomento vitalizi.

In sostanza, in base alla legge approvata circa 72 ore fa, un eletto – anche a seguito dell’annullamento del mandato per le più svariate ragioni – avrà la facoltà di continuare a versare i contributi previdenziali per poi ricevere dalla Regione – al compimento del 65. anno d’età (almeno questo) – la ‘pensione’.

Covid o non Covid, crisi contingente e generale o non crisi, il vitalizio di un politico calabrese è simile a un diamante: è per sempre (ari-sigh!).

E per i poveracci che la pensione la vedranno con il binocolo, magari dopo decenni di duro lavoro precario e sottopagato?

Nulla, nada, nisba.

Ma può darsi non sia importante, almeno a giudicare dalla lettura di decine dei soliti post sugli immancabili social in cui abbiamo scorto molto più malumore per il volo anticipato della Pan dell’Aeronautica Militare Italiana su Catanzaro.

E quindi – come sempre – “così è, se vi pare”.

E amen.

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