di Danilo Colacino – “Incredibile, ma vero!”. La partita per il Quirinale del 2022 potrebbe influenzare le Regionali in Calabria. Sembra infatti che gli scricchiolii del Governo giallorosso, al momento quasi certamente incapace di reggere fino a tale data, abbia ridato fiato alle velleità di leadership nazionale ai componenti della compagine del vecchio centrodestra alle prese, però, con le bizze del Cav.
Un Silvio Berlusconi che, a dispetto della picchiata nell’indice di gradimento del corpo elettorale della sua Forza Italia, continua comunque a rappresentare la parte moderata (anche qui varrebbe l’iniziale “incredibile, ma vero!”) dello schieramento e dunque un elemento non di poco conto in un fronte considerato uno spauracchio per via del netto sbilanciamento a Destra. Accade così che lo scaltro Matteo Salvini abbia avanzato la lusinga, altrettanto ‘furba’, del Quirinale per l’ex Premier, incaricando il fido (per entrambi o, meglio, per nessuno dei due) Giovanni Toti di farsene carico mediaticamente.
Un Silvio Berlusconi che, a dispetto della picchiata nell’indice di gradimento del corpo elettorale della sua Forza Italia, continua comunque a rappresentare la parte moderata (anche qui varrebbe l’iniziale “incredibile, ma vero!”) dello schieramento e dunque un elemento non di poco conto in un fronte considerato uno spauracchio per via del netto sbilanciamento a Destra. Accade così che lo scaltro Matteo Salvini abbia avanzato la lusinga, altrettanto ‘furba’, del Quirinale per l’ex Premier, incaricando il fido (per entrambi o, meglio, per nessuno dei due) Giovanni Toti di farsene carico mediaticamente.
Una proposta peraltro non accolta come una ‘bestemmia in chiesa’ da parte della gran massa di commentatori e analisti politici, valsa quindi anche come cartina di tornasole per sondare gli umori su una tale ingombrante candidatura. Ma lo show down salviniano, che cova propositi di ritorno alle urne a breve, va a parare anche ad altro. Il riferimento è all’incasso immediato alla luce dei recenti successi e del favore dei sondaggi del maggiore dividendo possibile sul piano dei consensi, già a partire dalle elezioni in Emilia Romagna e Calabria.
A riguardo va detto che nella prima regione ha piazzato la sua fedelissima Lucia Borgonzoni mentre nella seconda medita di far scegliere a Fi (a cui in virtù di accordi ormai obsoleti spetterebbe l’investitura di aspirante governatore) un nome a lui gradito. Un escamotage per scaricare il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto in favore del collega catanzarese Sergio Abramo, il quale si sta impegnando allo spasimo pur di ottenere questa wild card.
Una golden share che può cambiare i destini di una terra calabrese mai come adesso al centro dell’attenzione e delle mire del ‘grande giro’.