di Danilo Colacino – “Chi ha rubato la marmellata…chi sarà? Ma il Bassotto poliziotto scoprirà la verità”. Ecco cosa ci è sembrato il civico consesso di ieri, vale a dire un’assise in cui i consiglieri sembravano il vivace bambino della canzone di metà anni Settanta portata al successo dal compianto attore comico Lino Toffolo. Un simpatico Gian Burrasca che ne combinava di ogni, salvo maldestramente tentare di camuffare le continue marachelle con un atteggiamento guascone.
Sì, proprio così, perché parliamo di circa una trentina di persone, tutte democraticamente elette, impegnate (con rarissime eccezioni) a fare una sorta di supercazzola alla Ugo Tognazzi in Amici Miei. Già, e sarà forse per il fatto che la seduta del 24 ottobre sia risultata intempestiva rispetto all’unico argomento in discussione sul piano politico a Catanzaro negli ultimi sei mesi: le Regionali. È successo così che qualche maggiorente del centrodestra – in attesa degli ormai imminenti sviluppi sul fronte del ‘rinnovo’ di Palazzo Campanella – ha buttato quintali di polvere sotto il tappeto, mandando in scena una commediola ‘peace & love’ con la stessa credibilità del matrimonio fra Pamela Prati e Mark Caltagirone e all’insegna del ‘Noi e Sergio (Abramo, of cuorse, ndr)…Un grande amore e niente più’.
Sì, proprio così, perché parliamo di circa una trentina di persone, tutte democraticamente elette, impegnate (con rarissime eccezioni) a fare una sorta di supercazzola alla Ugo Tognazzi in Amici Miei. Già, e sarà forse per il fatto che la seduta del 24 ottobre sia risultata intempestiva rispetto all’unico argomento in discussione sul piano politico a Catanzaro negli ultimi sei mesi: le Regionali. È successo così che qualche maggiorente del centrodestra – in attesa degli ormai imminenti sviluppi sul fronte del ‘rinnovo’ di Palazzo Campanella – ha buttato quintali di polvere sotto il tappeto, mandando in scena una commediola ‘peace & love’ con la stessa credibilità del matrimonio fra Pamela Prati e Mark Caltagirone e all’insegna del ‘Noi e Sergio (Abramo, of cuorse, ndr)…Un grande amore e niente più’.
Una strategia obbligata, per carità, ma stavolta sembrata inadeguata agli stessi soggetti che la dovevano portare avanti. E l’opposizione? Avrà quindi fatto un figurone? Macché. Da commentatori notoriamente liberi e indipendenti, non possiamo che denotare la scena muta di fronte al legittimo quesito posto dagli avversari su chi fosse il loro candidato governatore. E che dire della mancata risposta alla domanda, ancora una volta venuta dai banchi del fronte abramiano: “Non vorreste un presidente di Catanzaro?”. Ecco, neanche nell’occasione, nessuno della minoranza che si sia alzato per dire: “Ne vorremmo uno bravo e specchiato, fosse anche di Bressanone”. Principio che dovrebbe valere sempre, al di là di chi sarà in campo realmente fra poche settimane: degne persone fino a prova del contrario. Ma niente. Tutto tace…fra le colonne.
Ed evidentemente a ognuno va bene così come nel curioso episodio del ‘capolavoro lessicale’ di Lorenzo Costa, uno che ha in sostanza detto: “Sosterrò il forzista Mario Occhiuto alle prossime elezioni per la presidenza della Regione, ma io sono e resto dell’altro schieramento e in futuro sarò al fianco di Nicola Fiorita aspirante sindaco di Catanzaro”. Tradotto: lascio il centrosinistra, ma sono e resto di centrosinistra. Roba per noi troppo complessa da capire, vi preghiamo di scusarci, malgrado un reiterato lambiccamento di cervello.
Uniche questioni locali serie sul tappeto allora, oltre alla risoluzione sulla drammatica questione curda, la sorte del quartiere Janò e soprattutto la salubrità dell’acqua (di cui ci occuperemo a parte), che ha sconcertato gli abitanti di una zona Nord del capoluogo da tempo immemore abituati ad aprire il rubinetto e bere. Gente, in taluni casi pure anziana e malata, ora spaventata. Guarda un po’…proprio ‘sotto elezioni’.