di Danilo Colacino – Il Pd, nei palazzi del potere calabrese, si aggrappa ormai al giovane sindaco ‘metropolitano’ reggino Giuseppe Falcomatà e al presidente della Provincia cosentina Francesco Antonio (detto Franco) Iacucci come all’ultimo dei giapponesi Hiroo Onoda.
Si tratta dunque di due o forse tre, considerando ‘doppia’ la posizione di Falcomatà, amministrazioni su nove totali fra Comuni ed enti intermedi a guida centrosinistra.
Si tratta dunque di due o forse tre, considerando ‘doppia’ la posizione di Falcomatà, amministrazioni su nove totali fra Comuni ed enti intermedi a guida centrosinistra.
Senza parlare della Regione, che è perfino inutile ricordare di chi sia stata appannaggio, e in quali termini oltretutto, alle elezioni del 26 gennaio scorso.
Poco, troppo poco, quindi per progettare – da parte del pur volenteroso vertice Democrat romano – la riproposizione di un modello politico, da anni ormai bocciato dagli elettori.
Ecco perché il segretario nazionale Nicola Zingaretti nella sua ennesima discesa a Catanzaro, proprio di ieri, ha veicolato (ridotto in estrema sintesi) un messaggio chiaro: “Ho creduto in Pippo Callipo governatore. Ma è andata male. Adesso però non abbandono il territorio, dal momento che non siamo come i nostri avversari: pronti a scappare dopo aver preso i voti”.
Su quest’affermazione noi, come ovvio, non ci esprimiamo. Fatto sta, che se è ancora valida e attuale la celebre massima del Divo Giulio: “Il potere logora chi non ce l’ha” per i Dem di Calabria il processo di macerazione è solo all’inizio. Cosa fare, allora, per lenire gli effetti del duro colpo, anzi dei duri, iniziato a incassare dal 2016 in avanti?
Semplice: affidarsi a quanti hanno credibilità e per l’ideale, quello vero, hanno sacrificato tutto o comunque moltissimo.
Basta, inoltre, alla rituale accoglienza dei transfughi e alla solita ‘intangibilità’ degli autoreferenziali signori della sconfitta, capaci di occupare il partito senza costrutto.
Sarebbe il caso, infatti, di cambiare registro e…passare la palla a giovani che hanno dimostrato di godere di consenso e simpatie oltreché di indiscusse capacità.