di Danilo Colacino – Tutti pronti ad approfittare del cambiamento. Il busillis, però, è: sarà un vero mutamento di scenario o soltanto un maquillage in cui cambiano i musicanti, ma non la musica?
E già, perché qualunque rivoluzione – pare addirittura a partire da quella russa di Ottobre – potrebbe essere stata influenzata o addirittura eterodiretta in modo tale che al posto della vecchia casta dominante trovi spazio una nuova ma con al vertice non certo il popolo o la base della piramide.
E già, perché qualunque rivoluzione – pare addirittura a partire da quella russa di Ottobre – potrebbe essere stata influenzata o addirittura eterodiretta in modo tale che al posto della vecchia casta dominante trovi spazio una nuova ma con al vertice non certo il popolo o la base della piramide.
Una manovra di palazzo, insomma, sottilmente condotta da un’élite al lavoro dietro le quinte a scapito di un’altra, fino a un ‘attimo prima’ dominante, con l’ausilio di migliaia di persone (e qualche personaggio chiave) ignare e in perfetta buona fede nel propugnare il rovesciamento del laido e corrotto ancien régime.
E l’attuale fase politica, ma non solo, suggerisce del resto proprio questo. Sotto i colpi delle inchieste giudiziarie in atto e a causa di una certa fisiologica stanchezza dei cittadini liberi a votare sempre le stesse facce, oltretutto di gente che ha di sicuro disatteso le centinaia di promesse fatte in campagna elettorale, stanno cadendo – o potrebbero farlo a breve – parecchie ‘teste coronate’.
E allora ecco che, così come accaduto subito dopo Mani Pulite in Italia, c’è chi un partito non lo ha fondato come il Cav all’epoca ma di certo, a livello locale, lo ha preso in appalto con il beneplacito di chi comanda dappertutto: Matteo Salvini.
Un leader a cui il navigato appaltatore della Calabria, notoriamente molto fortunato, ha chiesto l’aiuto necessario per dar corso al Piano B non appena fallito l’ambizioso Piano A. Istanza accolta!
È così che l’operazione è nata e si sta dispiegando lungo il filone di formidabili appoggi garantiti dai soliti ‘affaccendati’ ben introdotti con corollario di lacchè, portaborse, danti e aventi causa, ma anche di professionisti di alto livello e figure politiche, del passato e del presente, desiderose di riprendersi la leadership.
Siamo in sostanza di fronte a qualcosa di nuovo nell’aria, ma che sa d’antico.
Una ‘primavera calabrese’ dietro a cui ci sono i soliti noti, dunque.