di Danilo Colacino – La ‘solita’ politica dei due (o più) forni da parte dell’Udc indigna e lascia esterrefatto il centrosinistra, ma è la stessa da quando più o meno il partito esiste.
Già, perché pure all’epoca dell’epopea berlusconiana – allorché l’allora segretario Pierferdinando Casini era terza carica dello Stato o importante uomo di Governo – una delle eredi della nobile tradizione democristiana (forse la principale) non disdegnava di strizzare l’occhio agli avversari.
Già, perché pure all’epoca dell’epopea berlusconiana – allorché l’allora segretario Pierferdinando Casini era terza carica dello Stato o importante uomo di Governo – una delle eredi della nobile tradizione democristiana (forse la principale) non disdegnava di strizzare l’occhio agli avversari.
Atteggiamento che, con Marco Follini al timone, raggiunse livelli altissimi, quasi il Cav di cui la stessa Unione di Centro era alleata di ferro fosse invece il rivale da mettere in difficoltà.
Ecco che allora, scendendo per li rami, non capiamo come possa stupire la circostanza (pure legittimamente per alcuni affatto condivisibile e da stigmatizzare) della scelta di appoggiare – in vista di queste per giunta particolari Regionali 2020 – l’aspirante governatore Jole Santelli, ‘accogliendo’ molti candidati provenienti dallo schieramento opposto o con una storia di tante diverse collocazioni alle spalle.
La normalità (diremmo noi) per un soggetto che, ad esempio, alle Amministrative 2017 nel capoluogo calabrese era nel centrosinistra a supporto di un Enzo Ciconte in corsa per la carica di sindaco contro Sergio Abramo.
Niente di nuovo sotto il sole, quindi, perché un ‘democristiano’ che va in po’ di qua e un po’ di là non è certo una novità. Anzi, non fosse così, ci sarebbe persino da stupirsi.