Lega, l’ex responsabile regionale del Giovanile “si converte” e scrive a Salvini

Certo che, se perdi elementi importanti e sei il leader nazionale di un partito, un attimo dovresti fermarti a riflettere. Sarà forse il caso anche per Matteo Salvini, il leader nazionale della Lega fresco destinatario di una “lettera aperta” da parte di Carmine Bruno, l’ex responsabile regionale Lega Giovani in Calabria che s’è “convertito sulla via di Damasco” e ha deciso di scrivere all’ex vicepremier e ministro dell’Interno (con lui nella foto).

«Ho deciso di scriverti questa lettera – così Carmine Bruno – perché dopo mesi di silenzio e dopo tutte le operazioni “distruttive” dei tuoi illustri rappresentanti e da te avallate in Calabria sento l’esigenza d’esprimere tutto il mio dissenso e il mio pensiero in merito. Come ben sai ho ricoperto un ruolo nel tuo partito, un ruolo, che contrariamente ai tuoi attuali rappresentanti ha rappresentato con mia grande soddisfazione una fase costruttiva nella mia terra culminata con l’elezione al Parlamento europeo di Vincenzo Sofo, un giovane come me figlio di quello spirito di idee giovanili e liberali e soprattutto figlio di questa terra. È per questi giustificati motivi che ho deciso di scriverti questi sostanziali concetti, e per questi, ho deciso di prendere le dovute distanze dal tuo partito e considerando i personaggi che ti rappresentano e che tu hai autorizzato a rappresentarti in tutto e per tutto malgrado le innumerevoli segnalazioni negative sarei ben lieto che il mio nome non venga più accomunato o accostato al tuo partito nella mia regione».

«Ho deciso di scriverti questa lettera – così Carmine Bruno – perché dopo mesi di silenzio e dopo tutte le operazioni “distruttive” dei tuoi illustri rappresentanti e da te avallate in Calabria sento l’esigenza d’esprimere tutto il mio dissenso e il mio pensiero in merito. Come ben sai ho ricoperto un ruolo nel tuo partito, un ruolo, che contrariamente ai tuoi attuali rappresentanti ha rappresentato con mia grande soddisfazione una fase costruttiva nella mia terra culminata con l’elezione al Parlamento europeo di Vincenzo Sofo, un giovane come me figlio di quello spirito di idee giovanili e liberali e soprattutto figlio di questa terra. È per questi giustificati motivi che ho deciso di scriverti questi sostanziali concetti, e per questi, ho deciso di prendere le dovute distanze dal tuo partito e considerando i personaggi che ti rappresentano e che tu hai autorizzato a rappresentarti in tutto e per tutto malgrado le innumerevoli segnalazioni negative sarei ben lieto che il mio nome non venga più accomunato o accostato al tuo partito nella mia regione».

Eppure, la presenza di Bruno nel Carroccio non pare proprio essere stata effimera, né figlia di un fugace, momentaneo entusiasmo. «Ho aderito al tuo progetto politico nel lontano 2014, ho partecipato a cinque Pontide, tre edizioni della scuola politica di partito tra Roma e Milano, decine e decine di manifestazioni di piazza in tutta Italia – evidenzia il diretto interessato nella “lettera aperta” a Salvini – e ho persino rappresentato i giovani della mia regione ad una puntata del Maurizio Costanzo show nel 2018 mettendoci la faccia davanti a tutta la Nazione. Da segretario regionale dei giovani ho dato il massimo, grazie anche all’aiuto dei miei genitori che mi hanno sostenuto con onesti sacrifici in questa avventura. Credevo in te e nella battaglia che stavi portando avanti contro questa Europa. Ricordo di aver aderito alla lega in seguito ad una trasmissione di LA7, quando ad un certo punto hai mostrato a tutti un libro del prof. Alberto Bagnai. Ma soprattutto credevo che avessi a cuore anche il cambiamento del Sud e della mia terra, la Calabria. Ci hai illusi tutti – è l’ “atto d’accusa” di Carmine Bruno –, da tutte le piazze calabresi parlavi di giovani e affermavi con forza e convinzione che, in caso di vittoria alle regionali, avresti rivoltato la politica regionale calabrese come un calzino. Musica per le nostre orecchie !! nulla di tutto ciò, risultato: ci hai mandato un commissario punitivo che attualmente per meriti di grande esperto di demolizioni potrei definire il capo ruspa del plotone delle ruspe da te un tempo capitanato e che attualmente giacciono tutte inermi ed arrugginite nei capannoni della regione Calabria».

Il riferimento non può che essere al commissario regionale del partito Cristian Invernizzi: un “capo ruspa” che, segnala Bruno, «è stato promosso da te notte tempo “segretario regionale” per particolari meriti demolitori. Hai deciso di affidare a livello dirigenziale il partito in Calabria per i prossimi anni ad una coppia di personaggi inediti e arroganti, Invernizzi e uno sconosciuto Rauti, due neofiti del dialogo. D’altronde anche la nomina esterna in giunta del vice presidente Nino Spirlì, è un capolavoro di alta politica che nessuno da queste parti ha capito e che solo un grande taumaturgo come te poteva tirar fuori dal cilindro magico», ironizza il giovane Carmine Bruno in riferimento al piccolo editore televisivo e autore di testi come “Diario di una vecchia checca” trasformato dall’accoppiata Salvini&Santelli nel viceGovernatore incarica in quota Carroccio.

«Mai potevo immaginare che quella stessa maglia che indossavi qualche anno fa con lo slogan “ruspe in azione” la dovessimo un giorno utilizzare contro di te e la classe dirigente che oggi ti rappresenta – asserisce ancòra l’ex segretario regionale di Lega Giovani –. Hai promesso in lungo e largo il cambiamento, di puntare su persone nuove e giovani e alla fine hai dimostrato di essere peggio di tutti gli altri. Il tuo partito in Calabria è una ricicleria. Più che il partito del cambiamento il tuo è stato il partito del rispolvero e dell’accomodamento dei vecchi arnesi politici che tanto male hanno fatto a questa terra; chi l’avrebbe mai detto, quelli che avremmo dovuto combattere politicamente parlando si intende, quelli che hanno ridotto questa regione all’ultimo posto di tutte le classifiche Istat, quelli che erano in Forza Italia quando questo movimento andava per la maggiore e conveniva farne parte, ebbene, a tutti questi hai consegnato il partito».

“Quelli”, chi? Neanche il tempo di farsi questa domanda, che la missiva a Salvini diventa una feroce invettiva contro Tilde Minasi e i post-scopellitiani. «Giusto per fare un esempio, a Reggio Calabria città dove tu dovrai esprimere il candidato sindaco, hai scelto di affidarti a politici che rappresentano la vecchia politica gestionale in quella città, nonostante Andrea Crippa, vice segretario della Lega, dinanzi a circa 500 militanti, poco più di un anno fa, in un magnifico convegno da me organizzato nella mia cittadina di Roccella Jonica presso il Convento dei Minimi aveva completamente chiuso le porte a tutti gli esponenti espressioni della vecchia politica citando espressamente in negativo e chiaramente quale esempio calzante, l’ex governatore Giuseppe Scopelliti. Ricordo perfettamente che la consigliere regionale Tilde Minasi, seduta tra i primi posti, si alzò stizzita e con una chiara espressione di dissenso abbandonò la sala; per i pochi che non lo sapessero la Minasi è stata e forse lo è ancora una valida rappresentante e sostenitrice della corrente dell’ex governatore Scopelliti. Sempre per i pochi che non lo sapessero attualmente è la capogruppo della Lega presso il Consiglio Regionale; sono queste le stranezze della politica alle quali pensavamo che la Lega non ne fosse abituata, vero on. Crippa?. Ormai sembra un metodo applicato in tutte le provincie quello di dialogare o meglio approcciare politicamente con i vecchi arnesi della politica».

Un po’ inevitabile i quesiti che, anche con buona ironia, pone (e si pone) il giovane politico roccellese: «Come fai ad andare in tv a parlare di cambiamento, di un mondo migliore da lasciare ai giovani quando in Calabria sei rappresentato da una classe politica che sulla coscienza ha i tanti problemi della nostra terra? A questo punto mi viene un dubbio; siamo sicuri che quello visto ed ascoltato nei tanti comizi elettorali in Calabria fossi tu? oppure era Crozza, che sotto le tue sembianze con imitazioni mirate e perfette prometteva tutto ed il resto di tutto con l’intento di sputtanarti? Ti abbiamo accolto insieme a qualche tuo giovane parlamentare in questi anni con gioia. Ti abbiamo dato il cuore, ti abbiamo anche dato l’onore di venire nella nostra terra per promettere il cambiamento e mettere veti politici su quello e quell’altro quando in realtà l’unico veto politico che noi calabresi dovevamo porre era proprio su di te e la tua classe dirigente che hai spedito nella nostra terra per rappresentarti. Hai tradito tutti noi, vederti scendere nei sondaggi non è una sorpresa considerando quello che hai fatto in Calabria, dove hai disatteso tutte le legittime aspirazioni che ci avevi promesso. Ricordati che noi calabresi siamo gente “tosta”: generosi sì, ma non fessi – è il monito di Bruno al suo ex “Capitano” – e non dimentichiamo facilmente. Da questa storia abbiamo imparato tanto, non pensare che con il tuo tradimento ci hai tarpato le ali perché noi riprenderemo a volare alto per visualizzare meglio le nostre idee e il nostro amato territorio di Calabria».

E non manca un implicito ma evidente ammiccamento alle posizioni e al movimento dell’ex capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, probabile nuova destinazione politica di Bruno: «Ci siamo rialzati più forti e propositivi che mai con una gran voglia – afferma l’ex segretario regionale del giovanile “padano” – di ripartire verso quella rivoluzione politica che tanto abbiamo sognato, saremo noi stessi i condottieri del cambiamento, abbiamo capito che la Calabria è dei calabresi onesti, lavoratori ed intellettuali che con la loro semplicità, il loro ingegno, spesso esportato in tutto il mondo, sapranno sicuramente gestire quel “Tesoro Calabria” che la natura ci ha regalato».

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