“Legato al letto dalla madre per 20 anni”, il racconto shock di un medico calabrese

Il dottore: "Non parla, emette suoni gutturali, non comunica e muove le braccia a caso. Non ho mai visto una cosa simile"
legato al letto

Una storia disumana, degna di una delle migliori pellicole “horror” di Dario Argento. Purtroppo, però, non siamo sul set di un film e la scenografia è rappresentata dalla triste realtà. Il medico di base Cosmo De Matteis, di Paola, ha infatti reso noto al grande pubblico una storia drammatica, a tratti agghiacciante, da far rabbrividire. Un ragazzo di 20 anni sarebbe stato tenuto immobilizzato a letto dalla propria madre per tanti anni. Il giovane, dopo essere stato finalmente liberato dalle forze dell’ordine, è oggi affetto da menomazioni fisiche e problemi psicologici. Il leader nazionale dello Smi è venuto a conoscenza della triste storia calabrese avendo in cura il povero ragazzo. “Una storia incredibile – scrive De Matteis su Facebook – vi voglio rendere partecipi di quello che ho visto oggi, che io stesso avrei avuto difficoltà a credere”.

“Ho visitato un ragazzo di circa 20 anni – afferma il sanitario – alto di aspetto bello, senza particolari patologie. Il giovane 20enne ha vissuto tutta la sua vita legato mani e piedi al letto, non parla, emette suoni gutturali, non comunica, non sa spiegare quando ha sete, quando ha sonno, quando deve fare i suoi bisogni, porta il pannolone. Non sa comunicare nemmeno quando ha fame. Del resto non può mangiare cibi solidi perché non sa masticare, assume solo liquidi. Sembra un uomo uscito dalle caverne. La casa in cui ha vissuto finora, inoltre, è spoglia, sporca e gelida. C’era solo una stufetta a riscaldare l’ambiente, ovviamente faceva molto freddo”.

“Ho visitato un ragazzo di circa 20 anni – afferma il sanitario – alto di aspetto bello, senza particolari patologie. Il giovane 20enne ha vissuto tutta la sua vita legato mani e piedi al letto, non parla, emette suoni gutturali, non comunica, non sa spiegare quando ha sete, quando ha sonno, quando deve fare i suoi bisogni, porta il pannolone. Non sa comunicare nemmeno quando ha fame. Del resto non può mangiare cibi solidi perché non sa masticare, assume solo liquidi. Sembra un uomo uscito dalle caverne. La casa in cui ha vissuto finora, inoltre, è spoglia, sporca e gelida. C’era solo una stufetta a riscaldare l’ambiente, ovviamente faceva molto freddo”.

L’appello del medico

Dopo il post su Facebook, De Matteis ha ricevuto decine di telefonate. “In realtà vorrei usare questa attenzione mediatica per sollevare un altro problema grave. Il giovane è ricoverato in una struttura sanitaria e riceverà cure adeguate, se ne farà carico la Regione, ma quando sarà il momento di affrontare la riabilitazione e tentare una sorta di recupero, che non sarà mai totale, comincerà il balletto dei trasferimenti da una struttura all’altra, in attesa che quest’uomo compia 65 anni e finisca in una residenza per anziani”.

“Ne ho parlato col suo avvocato – ha concluso De Matteis – e non ci sono strutture adatte alla sua situazione. Questi sono pazienti particolari che hanno bisogno di cure particolari, durature e continue, e di professionisti formati per gestire tali situazioni. Servono percorsi sanitari adeguati per ogni persona. È ora di aprire queste strutture e di dare pari dignità a tutti i pazienti”, questo l’appello finale del medico”.

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