di Gabriella Passariello
Sembrava dover rimanere tra i casi “cold case” e invece dopo sei anni è stato risolto il giallo sull’omicidio di Andrea Mastrandrea, 75 anni, trovato riverso a terra nella sua abitazione in contrada Scarro di Filadelfia, in provincia di Vibo, il 20 giugno del 2013. Il Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia, delegato alle indagini dalla Procura di Lamezia guidata dal procuratore capo Salvatore Curcio, ha chiuso il cerchio sul presunto assassino e il suo complice, eseguendo nella notte del 4 luglio scorso all’aeroporto di Fiumicino (Roma), su disposizione del gip del Tribunale di Lamezia, competente per territorio, un mandato di arresto europeo per omicidio, rapina ed incendio aggravato a carico di Vasil Naidenov Ivanov, detto “Vasco”, 29 anni, cittadino bulgaro, mentre Tihomir Antov Krasimirov, 40 anni, anche lui cittadino bulgaro, ritenuto dagli inquirenti complice e coautore dell’omicidio risulta indagato a piede libero. Il gip del Tribunale di Lamezia Terme Emma Sonni, ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere solo per Vasil Ivanov nei confronti del quale sussistono “imperiose esigenze cautelari”. L’uomo è stato estradato in Italia e tradotto in carcere a Rebibbia. Rigettato l’arresto richiesto dalla Procura nei confronti di Tihomir Antov Krasimirov, per “difetto di gravità indiziaria a suo carico”.
Sembrava dover rimanere tra i casi “cold case” e invece dopo sei anni è stato risolto il giallo sull’omicidio di Andrea Mastrandrea, 75 anni, trovato riverso a terra nella sua abitazione in contrada Scarro di Filadelfia, in provincia di Vibo, il 20 giugno del 2013. Il Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia, delegato alle indagini dalla Procura di Lamezia guidata dal procuratore capo Salvatore Curcio, ha chiuso il cerchio sul presunto assassino e il suo complice, eseguendo nella notte del 4 luglio scorso all’aeroporto di Fiumicino (Roma), su disposizione del gip del Tribunale di Lamezia, competente per territorio, un mandato di arresto europeo per omicidio, rapina ed incendio aggravato a carico di Vasil Naidenov Ivanov, detto “Vasco”, 29 anni, cittadino bulgaro, mentre Tihomir Antov Krasimirov, 40 anni, anche lui cittadino bulgaro, ritenuto dagli inquirenti complice e coautore dell’omicidio risulta indagato a piede libero. Il gip del Tribunale di Lamezia Terme Emma Sonni, ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere solo per Vasil Ivanov nei confronti del quale sussistono “imperiose esigenze cautelari”. L’uomo è stato estradato in Italia e tradotto in carcere a Rebibbia. Rigettato l’arresto richiesto dalla Procura nei confronti di Tihomir Antov Krasimirov, per “difetto di gravità indiziaria a suo carico”.
Pestato a morte. In base alle risultanze investigative dei Carabinieri del Norm, l’omicidio sarebbe avvenuto come conseguenza di una rapina avvenuta nell’abitazione della vittima. I due si sarebbero introdotti in casa dell’anziano con l’obiettivo di impossessarsi di una somma di denaro che l’uomo nascondeva in alcuni barattoli. I due sarebbero però stati scoperti dall’anziano che avrebbe opposto resistenza e prima di dileguarsi con il bottino, Ivanov avrebbe immobilizzato, pestato a morte e ucciso Andrea Mastrandrea, colpendo più volte l’uomo al cranio e al torace, provocandogli la frattura alle costole e allo sterno, che gli ha provocato un’emorragia che non gli ha lasciato scampo.
Il tentativo di non lasciare tracce.I due bulgari, poi, con la complicità di altri correi allo stato ignoti, avrebbero dato fuoco alla mobilia causando un incendio per cancellare ogni prova del loro passaggio in quella casa. Le fiamme sono state spente dai Vigili del fuoco intervenuti sul posto unitamente ai Carabinieri dopo essere stati allertati da alcuni famigliari che nel frattempo aveva fatto la tragica scoperta. Del presunto assassino e del suo complice, invece, nessuna traccia. Per i Carabinieri subito dopo aver commesso l’omicidio, i due avrebbero lasciato la Calabria per recarsi in Bulgaria. I militari del Norm sono arrivati a dare un volto e un nome ai due bulgari dopo una serie di intercettazioni, scoprendo che Ivanov è il nipote dell’ex badante di Mastrandrea che da un paio di mesi aveva deciso di trasferirsi nella casa dove poi è stato ucciso per condurre una vita più autonoma. “Vasco” conosceva bene le abitudini della vittima, in qualche occasione aveva anche fatto da autista oltre ad aver ricevuto alcune somme di denaro. Una volta delineato il quadro indiziario il Norm di Vibo ha quindi chiesto l’assistenza dell’Interpol e, in particolare, della Polizia bulgara per i riscontri del caso. E’ quindi risultato che Ivanov in patria fosse conosciuto come “personaggio la cui propria fonte di guadagno proveniva da azioni delittuose” con contatti con persone appartenenti alla criminalità.