di Antonio Battaglia – “In presa alta. Le parate di una vita di un portiere gentiluomo d’altri tempi”. E’ questo il titolo dell’autobiografia di Ivano Bordon, ex bandiera dell’Inter e campione del mondo con la Nazionale Italiana nel 1982, presentata sulla pagina Facebook della libreria Ubik di Catanzaro.
L’incontro, organizzato dall’avvocato Jano La Ferla, titolare dell’agenzia PartnerSport, e moderato dal gestore della libreria Nunzio Belcaro, ha messo in risalto alcuni ricordi della lunga carriera in mezzo ai pali del celebre portierone veneto: “Quando mi prese l’Inter non ero contentissimo, dal momento che non ero mai andato via di casa. La mia è una esperienza fatta di grandi sacrifici, dentro e fuori dal campo – le parole di Bordon – non posso dimenticare la celebre “partita della lattina” di Coppa dei Campioni, tra Borussia Mönchengladbach e Inter, o il mio esordio in Serie A nella stagione 1970/71. Vincere un campionato mondiale, tuttavia, rappresenta la più grande gioia per un giocatore”.
L’incontro, organizzato dall’avvocato Jano La Ferla, titolare dell’agenzia PartnerSport, e moderato dal gestore della libreria Nunzio Belcaro, ha messo in risalto alcuni ricordi della lunga carriera in mezzo ai pali del celebre portierone veneto: “Quando mi prese l’Inter non ero contentissimo, dal momento che non ero mai andato via di casa. La mia è una esperienza fatta di grandi sacrifici, dentro e fuori dal campo – le parole di Bordon – non posso dimenticare la celebre “partita della lattina” di Coppa dei Campioni, tra Borussia Mönchengladbach e Inter, o il mio esordio in Serie A nella stagione 1970/71. Vincere un campionato mondiale, tuttavia, rappresenta la più grande gioia per un giocatore”.
Curioso il siparietto con Tato Sabadini, antagonista di Bordon ai tempi della sua esperienza al Milan, intervenuto a sorpresa con un collegamento telefonico: “Una volta feci un provino con l’Inter, che successivamente decise di acquistarmi – il retroscena di Sabadini – Nell’operazione ci fu però un inghippo e io passai alla Sampdoria. Quando giocai a San Siro, Invernizzi (ai tempi allenatore dell’Inter, ndr) mi confessò la sua grande delusione per l’esito negativo della trattativa. Altro che antagonista di Bordon, potevo essere un suo compagno di squadra…
Poi, un breve cenno sul Catanzaro: “Giocare al “Ceravolo” era sempre difficile, soprattutto per il vento che imperversava con violenza. Un fattore che favoriva un grande tiratore come Palanca“. Nei suoi racconti, Bordon fa riaffiorare la preziosità del calcio di una volta: “Oggi è tutto diverso. Per velocità, forza e passione del pubblico. Si è persa la semplicità che nel calcio unisce spesso tifosi e giocatori”.
Redazione Calabria 7