“’Il campione’ è una bella storia ma i campioni di questa storia sono due. E credo che il più piccolino sia più forte del più grande”. Massimiliano Rosolino, olimpionico di nuoto, ha raccontato il suo impegno per il sociale al Festiva Leggere&Scrivere presentando il suo libro “Il Campione”, i cui proventi andranno a favore dell’Associazione italiana Sindrome di Pitt-Hopkins, dialogando con Daila Miceli alla presenza del piccolo Davide e dei suoi genitori.
“Questo libro – ha detto Rosolino – nasce per raccontare la storia di Davide, un bambino che conosco da 4-5 anni, che mi ha stupito perché anche senza avere superpoteri ha dimostrato di essere un vero supereroe. Questa è un po’ una metafora della vita, dove non per forza chi nasce con un tetto un po’ più comodo sulla testa può riuscire a fare tutto quello che di bello la vita offre. Tutto il ricavato è devoluto all’Associazione italiana Sindrome di Pitt-Hopkins e sono certo che questo contribuirà ad aiutare i 50 bambini speciali che ne sono affetti in Italia”.
“Questo libro – ha detto Rosolino – nasce per raccontare la storia di Davide, un bambino che conosco da 4-5 anni, che mi ha stupito perché anche senza avere superpoteri ha dimostrato di essere un vero supereroe. Questa è un po’ una metafora della vita, dove non per forza chi nasce con un tetto un po’ più comodo sulla testa può riuscire a fare tutto quello che di bello la vita offre. Tutto il ricavato è devoluto all’Associazione italiana Sindrome di Pitt-Hopkins e sono certo che questo contribuirà ad aiutare i 50 bambini speciali che ne sono affetti in Italia”.
Sul suo impegno per il sociale, Rosolino ha detto: «Sono un Dolby surround, faccio da megafono. È una responsabilità buona che sento in quanto personaggio pubblico e che mi dà una grande carica. Cosa mi ha dato Davide? Il sorriso soprattutto. Vederlo fare le scale, mettere il piede destro davanti al sinistro e riuscire a salire un gradino dietro l’altro mi emoziona perché parliamo di un bambino che fino a poco tempo fa era destinato a mangiare con un sondino e a stare su una sedia a rotelle. Ecco, questo ti fa capire veramente che questo messaggio non andrebbe solo amplificato ma portato in uno stadio o ad un pubblico molto più ampio”.