Il Tribunale monocratico di Castrovillari ha condannato a due anni (pena sospesa) S. C., 80 anni residente a Calopezzati, in provincia di Cosenza, finito a processo con l’accusa di aver aggredito, minacciato e maltrattato la moglie, una donna originaria di Catanzaro assistita dall’avvocato Angela La Gamma che ha chiesto e ottenuto la costituzione di parte civile.
L’inferno in casa
L’inferno in casa
L’imputato era stato rinviato a giudizio perché, in concorso con un cittadino di origini albanesi, mediante aggressioni fisiche e verbali, minacce ed angherie, maltrattava la moglie inducendola a vivere in un precario stato igienico sanitario determinando così un complessivo stato di sofferenza fisica e morale, nonché uno stato di avvilimento, umiliazione e paura per la propria incolumità. Fatti che sarebbero stati accertati fino al gennaio del 2021.
Costretta a dormire tra i rifiuti
Ad incastrare l’uomo i certificati medici, la relazione redatta da uno psichiatra e le testimonianze di alcune persone sentite a sommarie informazioni che hanno confermato lo stato di malnutrizione nel quale versava la vittima fino al suo trasferimento nella struttura sanitaria in provincia di Catanzaro dove vive attualmente. I carabinieri hanno persino accertato che la donna era obbligata a dormire in un letto posto in cucina circondata da rifiuti e costretta a conservare i propri indumenti in sacchi della spazzatura. Accuse che hanno retto al vaglio del Tribunale monocratico di Castrovillari che ha infatti condannato l’imputato alla pena di due anni. (mi.fa.)