L’influenza corre più veloce e colpisce forte. Il virus stagionale, che già da settimane sta costringendo gli italiani a letto, non sembra destinato ad attenuarsi. Al contrario, secondo gli esperti potrebbe crescere ulteriormente. “Abbiamo ormai superato la media dei 17 casi su mille. Stiamo quindi toccando il punto più alto di incidenza mai raggiunto negli ultimi quindici o venti anni e non siamo nemmeno certi che sia il punto massimo dell’epidemia di quest’anno”. A spiegarlo all’Agi è Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). “Siamo già ai livelli di gennaio, con un’anticipazione di tre o quattro settimane e, guardando la pendenza della curva. Si presume – aggiunge – che tenderà a crescere ulteriormente toccando livelli finora mai raggiunti”.
La durata
La durata
I medici di famiglia mettono inoltre in allerta sulla durata, sia del virus che della stessa diffusione. “Di solito l’influenza raggiunge un livello massimo ma poi scende – spiega Scotti -, ma quest’anno rischiamo invece che si arrivi a una sorta di plateau fisso, con livelli di incidenza che rimangono alti per alcune settimane. Potremmo inoltre avere una doppia curva e un’incidenza di nuovo in risalita più in là, facendo reinfettare chi già ha avuto l’influenza”. “Questa forma influenzale dura a lungo, fino anche a dieci giorni, con una febbre che arriva anche a 40 o 41 gradi e sintomi come tosse e dolore toracico che spaventa, perchè molti pazienti temono non solo di avere il Covid ma delle vere e proprie complicanze bronchiali”.
“La peggiore degli ultimi 50 anni”
“L’influenza del cammello in arrivo dal Qatar? Mi sembra un’invenzione pseudo giornalistica”. Risponde con sarcasmo il direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ai microfoni dell’agenzia Dire. Per quanto riguarda “l’influenza australiana – prosegue il noto infettivologo – siamo di fronte alla peggiore epidemia influenzale degli ultimi 50 anni, che sta colpendo un popolo che non era pronto e preparato ad affrontarla”. Secondo il virologo italiano “questo accade perchè, dopo aver indossato le mascherine per tre anni a causa del Covid, i nostri anticorpi non si sono allenati.
“Il mondo medico non è stato ascoltato – dichiara -. Avevamo detto chiaramente che la vaccinazione, soprattutto per fragili e anziani, andava fatta tra settembre e ottobre perchè sapevamo che l’influenza sarebbe arrivata in anticipo. Così come abbiamo avvisato che avremo il picco a Natale. Con il Coronavirus le persone avrebbero dovuto imparare che i medici vanno ascoltati, perchè sono i medici che le hanno portate fuori da questo disastro, non i santoni della televisione o i guru del web”. “Vaccinarsi oggi, nel pieno della curva epidemica, con il picco tra due settimane – conclude Bassetti – diventa quasi inutile. Bisognava farlo prima. Qui troppi, e io non me lo aspettavo, hanno fatto le cicale, quando invece bisognava fare la formica”.