Social, tempestività, fake news, verifica e deontologia. Sono le cinque parole scelte per dibattere sulla comunicazione e sull’informazione nell’epoca contemporanea, in cui il web e la tecnologia hanno decisamente preso il sopravvento. Dunque, di fronte all’evidenza, diventa quasi necessario sedersi insieme e confrontarsi su cosa sia l’informazione oggi e su come dovrebbe e potrebbe essere nella visione generale emersa dall’incontro di varie esperienze, tra chi usa le parole per mestiere e chi il mestiere lo applica sul web. Ieri, questo confronto c’è stato a Catanzaro, voluto e organizzato dal direttore del Festival d’Autunno, Antonietta Santacroce, nella sala conferenze della Provincia. Lì, alcuni rappresentanti del mondo dei giornalisti, moderati dal Presidente dell’Ordine, Giuseppe Soluri, hanno espresso e raccontato le loro sensazioni e le loro esperienze, che, messe assieme, hanno lasciato a fine serata tante cose sulle quali riflettere.
“Le parole restano e non volano, come da proverbio antico. Sono importanti e pesanti e sono uno strumento da utilizzare con coscienza e responsabilità – ha detto il Presidente Soluri. Il social ha cambiato le regole della comunicazione, ma i giornalisti sono appartenenti ad un ordine, hanno delle regole deontologiche da rispettare, sono leggi dello Stato e se violate, ne pagano le conseguenze”. Pertanto, il giornalista deve rimanere giornalista sempre, nonostante l’evoluzione della comunicazione e della tecnologia.
“Le parole restano e non volano, come da proverbio antico. Sono importanti e pesanti e sono uno strumento da utilizzare con coscienza e responsabilità – ha detto il Presidente Soluri. Il social ha cambiato le regole della comunicazione, ma i giornalisti sono appartenenti ad un ordine, hanno delle regole deontologiche da rispettare, sono leggi dello Stato e se violate, ne pagano le conseguenze”. Pertanto, il giornalista deve rimanere giornalista sempre, nonostante l’evoluzione della comunicazione e della tecnologia.
Social, tempestività, fake news, verifica e deontologia, sono dunque le parole scelte e sulle quali si sono confrontati i giornalisti Davide Lamanna (tra i fondatori e attuale Vicedirettore del quotidiano on line Catanzaro Informa), Danilo Monteleone (del quotidiano on line il Corriere della Calabria), Edvige Vitaliano (giornalista del Quotidiano del Sud), Antonio Ricchio (giornalista della Gazzetta del Sud), Enzo Cosentino (direttore editoriale del quotidiano on line la Nuova Calabria) e Alessandro Manfredi (direttore responsabile di Calabria 7).
Tutti, partendo dalle proprie esperienze sul campo, hanno posto in evidenza come il social condizioni la professione, con la sua velocità imposta e con il rischio di produrre informazione incompleta o addirittura errata. Fino ad arrivare alle fake news, contro le quali l’Europa combatte, avendo misurato il pericolo concreto di come possano alterare anche le democrazie. E poi il mercato, quello che si misura sui numeri e sui lettori, che detta le sue regole e si è quasi obbligati a metterle in pratica per rimanere sul pezzo. Dunque, serve quella deontologia che dia equilibrio, che parte fondamentalmente dalla coscienza, per difendersi e difendere la credibilità dell’informazione.
“Ormai il web è quello che è e non si può tornare indietro – ha detto la Santacroce chiudendo il dibattito – pertanto, la comunicazione oggi deve rendere conto alla realtà nella quale viene prodotta”.
Redazione Calabria 7