Le interessanti dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Antonio Guastalegname – raccolte in esclusiva da Calabria 7 -, relativamente ai suoi contatti con un narcos albanese protetto da un ministro corrotto, hanno riscosso un elevato interesse al di fuori dei confini calabresi. A tal punto che Top Channel – importantissima tv privata dell’Albania -, nell’ambito della trasmissione “Zona Zero” ha voluto approfondire l’argomento intervistando per via telematica il direttore di Calabria 7, Mimmo Famularo.
Analogie e legami tra ‘ndrangheta e mafia albanese
Analogie e legami tra ‘ndrangheta e mafia albanese
Già condannato a trenta anni di reclusione in primo e in secondo grado per l’omicidio di un tabaccaio di Asti, Guastalegname parla di diversi fatti di sangue, di droga e di narcos. Ma le sessanta pagine di verbale sono piene di omissis e aleggia dunque il mistero sul presunto politico albanese corrotto (Guastalegname parla di “Ministro della Giustizia o degli Interni”) che proteggeva i narcos schipetari. Da qui, la conversazione tra Famularo e il conduttore della trasmissione Thimi Samarxhiu si sposta sulle analogie tra ‘ndrangheta e mafia albanese. Quest’ultima segue le regole ferree dell’omertà e del silenzio e ha un codice d’onore che chiamano “Besa”. Molti trafficanti albanesi hanno legami con la classe politica e spesso sono collusi con le forze dell’ordine e con la magistratura. Non è un caso che Transparency International indichi l’Albania come il Paese più corrotto di tutta l’area balcanica, una sorta di Messico d’Europa.
“Mafja Shqiptare”, questo il suo nome nella lingua albanese, proprio grazie al traffico di droga oggi lavora alla pari con la ‘ndrangheta. Le organizzazioni mafiose hanno compreso che farsi la guerra non conviene e quindi collaborano tra loro al solo scopo di trarre vantaggi economici reciproci. Non a caso, qualche tempo fa il procuratore Nicola Gratteri sottolineava che “nel contrasto alle mafie e alla distribuzione all’ingrosso della cocaina, oltre a pensare alla ‘ndrangheta dovremmo iniziare a pensare anche all’Albania”.
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