di Nico De Luca –
Da Kramer contro Kramer al più attuale scandalo di Bibbiano storie di figli combattuti tra adulti che li trattano spesso a proprio uso e consumo.
Da Kramer contro Kramer al più attuale scandalo di Bibbiano storie di figli combattuti tra adulti che li trattano spesso a proprio uso e consumo.
Il caso che Calabria7 propone è quello di un padre stremato per una controversia legale lunga e tormentata che lo vede oggi addirittura imputato di una violenza fisica (un presunto pugno in faccia) nei confronti della figlia minorenne che invece ha amato fin dal concepimento e che per tutti questi anni ha cercato di curare e coccolare nonostante – sostiene – la guerra aperta della madre, sua ex compagna.
Il protagonista di questa triste storia – molto conosciuto per le sue esibizioni d’intrattenimento musicale, unica sua fonte di reddito saltuaria – soffre da troppi anni la lontananza fisica e soprattutto affettiva della figlia. La sua pena maggiore è che la ‘bimba’ (ora ragazzina) sia cresciuta nel frattempo assorbendo il plagio continuo e deteriore nei confronti di suo padre.
STORIA DI PADRE
Lui si chiama Vitaliano Nisticò, è di Catanzaro come gli altri protagonisti di questa triste storia; e adesso ha deciso di uscire allo scoperto, mettendoci la faccia ed il nome. Anzi tutti i suoi parenti, diretti e acquisiti, hanno deciso di farlo. Per dare una dimostrazione fattiva alla Giustizia che tergiversa con i suoi tempi lunghi mentre la ragazzina cresce, assieme alle distanze affettive dal padre naturale; e per poter dimostrare che tutto il bene nutrito verso questa creatura è stato invece ricambiato da ingiustificato odio ed avversità, insufflato dall’ambiente in cui la piccola è cresciuta. Ma soprattutto – si addolora a riconoscerlo – come forma di autotutela.
Da una relazione con una nota professionista del capoluogo nel 2005 è nata la piccola Vittoria (nome di fantasia); ma il connubio sentimentale tra i genitori era nel frattempo già naufragato. Non sta a noi qui verificare perché e per colpa di chi. Quello che in questa sede vogliamo mettere in evidenza, assecondando la legittima richiesta del sig. Nisticò è se i diritti dei padri separati vengano rispettati, considerato che la giurisprudenza tende a garantire da sempre il genitore di sesso femminile.
I TORTI DENUNCIATI
Sin dal momento della nascita della figlia e ad eccezione di qualche periodo di pausa e tranquillità apparente, nel corso di 14 lunghi anni, gli stessi della ragazzina, il padre afferma che l’ex compagna ha da subito vessato ogni suo desiderio di riconoscere ed amare la figlia.
Prima negandole il diritto al cognome paterno; fino a richiederne, oggi con ogni mezzo – sostiene sempre Nisticò – la sospensione della responsabilità genitoriale. Alla base delle richieste della donna presunti comportamenti aggressivi sulla loro figlia che l’uomo contesta totalmente con un corposo faldone di atti, testimonianze, persino fotografie.
A far crollare ogni speranza un episodio accaduto durante la cena della vigilia di Natale 2018 quando la ragazzina, a causa di una risposta scomposta, è stata ripresa verbalmente dal padre, davanti a tanti testimoni, come ogni genitore fa a scopo educativo. Ma dopo due settimane, al seguente permesso d’uscita con lui, senza aver anticipato nulla nel frattempo, la seguente uscita col genitore è stata negata per un presunto atto di violenza avvenuto quindici giorni prima.
L’ OMBRA DEL PEGGIO
Dopo anni di battaglie legali al solo scopo di trascorrere un po’ di tempo con la propria bambina; dopo umiliazioni e sofferenze dovute soprattutto all’atteggiamento di diffidenza da parte della piccola; ma soprattutto dopo quella che lui ed il suo legale, l’avv. Demetrio Battaglia, ritengono una macchinazione (l’ingiusta e infondata accusa di un pugno al termine di una normale raccomandazione paterna alla figlia preadolescente), Nisticò ha ora paura. Paura che la sua ex compagna e la ragazza, cresciuta ma oramai inaridita nel suo naturale amore verso il padre, possano tramare progetti ancora più terribili di cui purtroppo le cronache quotidiane sono zeppe (i casi di Bibbiano solo gli ultimi in ordine di tempo).
DESIDERIO DI TRANQUILLITA’
Intanto il Tribunale per i Minorenni ha accettato la sospensione alla responsabilità genitoriale, invocata dalla madre in danno del padre, con invito ad un percorso presso i servizi sociali. Ma Vitaliano a questo punto ha dichiarato di rinunciare volontariamente a tale responsabilità in quanto non riconosce la grave accusa che gli è stata mossa.
Rimane in piedi l’indagine aperta presso la Procura della Repubblica. E’ lì che ora lui, padre addolorato ma determinato, si appella affinché venga fatta luce sul reale accadimento dei fatti e sia confutata quella che ritiene grave, ingiusta e calunniosa accusa mossa nei suoi confronti. Vuole essere sentito, pretende che vengano acquisite le dichiarazioni di tutti i testimoni presenti la sera della vigilia di Natale che venga giudicata la sua vita di uomo probo e buon padre di famiglia.
Affinché questo incubo finisca presto e che lui possa riprendere una vita di affetti normali, con la dolce nuova compagna con cui nel frattempo si è sposato e che gli ha dato una tenerissima pargoletta. Un quadretto familiare armonioso e affettuoso, arricchito dalla presenza di nonni e tanti altri nipotini, con feste e regali, lo stesso che avrebbe voluto donare alla prima figlia, negatagli contro ogni principio di buon senso e di umana coscienza.
Del resto se non l’avesse amata, se non l’avesse voluta con tutto il suo cuore, avrebbe ceduto subito e volentieri alle pressioni dell’ex compagna di volerla a tutti i costi crescerla da sola. Invece il suo per Vittoria è amore vero e forte, un sentimento puro che paradossalmente è stato negato non solo a lui, adulto e quindi in grado di difendersi; ma soprattutto ad una bimba cresciuta priva dell’affetto di un padre che – ne è convinto Vitaliano – nel frattempo ha imparato addirittura a disprezzare.
SEGNALATE LA VOSTRA ESPERIENZA DI PADRI SEPARATI ALL’ INDIRIZZO ELETTRONICO redazione@calabria7.it