Lo Yavapai Arts College in Arizona ospita l’ennesima mostra del catanzarese Loprete

Si terrà dal 6 giugno al 14 agosto e l'artista in questa occasione ha creato cento straordinarie opere ad hoc
Mario loprete

Lo Yavapai Arts College di Prescott in Arizona ospita l’ennesima mostra americana dell’artista Mario Loprete che per l’occasione ha creato quasi 100 opere ad hoc.Il cemento è usato come colore da Loprete per dipingere i suoi B-Boys, usando come supporto il sacchetto di carta che lo conteneva. I ballerini di breakdance volteggiano sinuosamente sulla superficie e diventano parte integrante della grafica e della comunicazione della Calme , azienda produttrice del cemento che l’artista predilige per i suoi lavori. Il sacchetto di carta diventa un’opera d’arte non solo a livello di contenuto ma anche a livello estetico.

Le opere in cemento e smalto

Le opere in cemento e smalto

Il cemento liberato dal suo involucro invade l’opera diventando parte del tutto.Il sacchetto Calme diventa importante quanto la figura creata, elevandolo in una sorta di estasi artistica e catartica.
Lo stesso vale per le opere con cemento e smalto sulle buste del Mc Donald’s. In questo caso l’hip hop e il cemento incontrano il Mc Donald’s. Tre concept internazionali dal risultato diretto, fruibile e lineare. Per le sculture in cemento Mario Loprete ha usato i suoi vestiti come punto di partenza, attraverso la sua personale tecnica riconosciuta a livello internazionale , li ha scolpiti e successivamente vi ha aggiunto il logo dello Yavapai Arts College . L’artista ha volutamente sottolineato il senso di appartenenza al College , come ogni studente universitario che indossa con orgoglio la t-shirt , il cappellino o le scarpe con il logo: YC Altra serie di lavori sono i cementi su cartoncino sui quali ha dipinto il logo una chiara rappresentazione di un murales . La presenza, il passaggio dell’uomo in un luogo ,fin dalla preistoria , è testimoniato dai murales. Oggi il cemento armato è il supporto ideale per writers, sui quali scrivono e disegnano la loro interpretazione personale sul mondo in cui vivono.

Il gemellaggio tra due culture

“Il gelato in cemento armato è un richiamo alla mia italianità. Presuntuosamente o per giusta ragione, gli italiani fanno il gelato più buono del mondo e l’apporre il logo YC diventa simbolo di gemellaggio tra due culture simili e diverse allo stesso tempo”.
Infine Angel. Mario Loprete è molto affezionato a questa scultura. Ha ricreato lo stampo del suo primo giocattolo che i genitori gli hanno regalato nei suoi primi giorni di vita. Angel rappresenta la sua guida, il suo mentore. Il passaggio dalla pittura figurativa a una forma d’arte più concettuale.

“La pittura? Il mio amore”

Mario Loprete, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro è nato nel capoluogo di regione ed ha 54 anni: “La pittura è il mio primo amore. Un amore importante. Puro. Creare un quadro, partendo dalla ricerca spasmodica di un concetto con cui voglio trasmettere il mio messaggio questo è per me il fondamento della pittura. La scultura è la mia amante. Il mio tradimento artistico alla pittura, quell’amante voluttuosa e sensuale che ispira emozioni diverse e che toccano corde proibite. Per le mie sculture in cemento, utilizzo i miei vestiti personali. Attraverso il mio processo artistico in cui utilizzo gesso, resina e cemento, trasformo questi capi di abbigliamento in opere d’arte. Il desiderio voluto è che il mio DNA e la mia memoria , i miei ricordi rimangano all’interno , sotto uno strato di cemento, come li protegge e li preservi come un guscio . Il risultato incuriosisce la persona che osserva queste sculture e si trasforma in una specie di archeologo postmoderno, che studia il mio lavoro come artefatto urbano”.

“Nelle sculture la paura che ognuno di noi prova”

All’artista piace pensare “che chi guarderà le mie sculture realizzate nel 2020/22 potrà percepire l’angoscia, la vulnerabilità, la paura che ognuno di noi ha provato di fronte ad un problema planetario quale è il Covid 19… sotto uno strato di cemento ci sono i miei abiti con cui ho vissuto questo periodo nefasto. Abiti sopravvissuti al terribile virus, molto simili a quelli sopravvissuti dopo la catastrofica eruzione di Pompei di 2000 anni fa, capaci di raccontare l’incapacità dell’uomo di affrontare la tragedia delle vite spezzate e di economie distrutte .”

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