Locatelli: “Si valuta l’obbligo vaccinale per alcune categorie professionali”

Per il presidente del Consiglio superiore di sanità tra le opzioni possibili c'è quella di anticipare a cinque mesi la terza dose. Fa discutere il modello Austria: "Un'opzione estrema"
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Da tre giorni i casi nuovi di contagio al Covid in Italia hanno superato quota diecimila. Si tratta di numeri che “non preoccupano in modo estremo ma meritano una larga attenzione, perché l’Italia è in una situazione più favorevole rispetto al resto di Europa. L’aumento, ovviamente, non deve essere sottovalutato”. Lo ha spiegato a Sky Tg24 Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico.

Possibile anticipo per la terza dose

Possibile anticipo per la terza dose

Tra le regioni che sono oggetto di attento monitoraggio, figurano soprattutto il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. “Ma se i numeri dovessero peggiorare esiste un ventaglio di opzioni da mettere in atto, anche se le scelte da fare in maniera oculata appartengono alla politica. Tra le opzioni possibili c’è quella di anticipare dai sei mesi attuali ai cinque mesi il richiamo della terza dose. In Israele la dose booster anticipata ha ridotto di molto la circolazione virale”.

Obbligo vaccinale per alcune categorie

E al di là del fatto che in Italia, ultimamente, si sta accelerando con le terze dosi, tra le varie opzioni c’è quella di “considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, ad esempio, oltre agli operatori sanitari, forze ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie certamente connotate da un’elevata percentuale di vaccinazione”.

Il modello Austria è “un’opzione estrema”.

Locatelli ha poi spiegato che vanno protetti i bambini “da formi gravi o prolungate, rare ma comunque presenti” di Covid-19: “I vaccini partiranno quando saranno approvati da Ema e Aifa, i bambini vanno vaccinati anche per garantire la frequenza scolastica in continuità e tutelare i loro spazi sociali. Il profilo di sicurezza di vaccini a mRna è assolutamente rassicurante. I dati attuali dicono che l’incremento maggiore dei contagi c’è stato nella fascia pediatrica 6-11 anni che è quella in cui non è iniziata la vaccinazione”.

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