Un presidente, due vicepresidenti e due segretari questori. È questa la composizione che dovrà avere l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. In pole per guidare la massima assemblea elettiva calabrese c’è, com’è noto, il leghista Filippo Mancuso, sulle altre cariche si gioca invece una partita diversa, specie perché uno dei due vicepresidenti e uno dei due segretari questori spetta alla minoranza. Il problema è che all’opposizione si collocano attualmente quattro gruppi consiliari: il Misto, guidato e composto per ora solo da Amalia Bruni, il Pd che ha cinque consiglieri, l’M5S che ne ha due e il “Polo civico” di Luigi de Magistris che ne ha altri due.
La contesa tra Pd-M5S e lo spazio rivendicato dal Polo civico
La contesa tra Pd-M5S e lo spazio rivendicato dal Polo civico
Già dal canto loto gli alleati Pd e M5S hanno i loro problemi interni per spartirsi le due caselle, che prevedono in termini di compensi e strutture aggiuntive gli stessi privilegi di capigruppo e presidenti di commissione (LEGGI QUI). Ora però a rivendicare il loro spazio ci sono anche gli esponenti dell’altra opposizione, quella che fa riferimento all’ex sindaco di Napoli e che ha portato in Consiglio Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo. In una nota i due consiglieri regionali spiegano che a loro parere, da Regolamento, al “Polo civico” spetterebbe, “poiché espressione autonoma della minoranza, la carica di vicepresidente dell’assemblea legislativa o quella di segretario questore”. Per Laghi e Lo Schiavo è “un fatto di regole di tutela della democrazia nelle rappresentanze istituzionali”.
L’appello a Occhiuto
Per questo i due rivolgono un appello al presidente della Giunta Roberto Occhiuto e al futuro presidente del consiglio regionale quando eletto, nonché a tutti i colleghi di maggioranza e minoranza, affinché “il Regolamento del Consiglio regionale abbia corretto séguito attraverso l’attribuzione al Polo Civico, nella seduta consiliare di lunedì prossimo, di una delle riferite cariche istituzionali”. Si tratterebbe di “un primo, tangibile segnale di clima democratico nella nuova legislatura, ovviamente — sottolineano i due consiglieri del “Polo civico” — senza che ciò comporti alcun condizionamento politico”. Il loro ragionamento presuppone l’esistenza di due coalizioni di minoranza e punta dunque a dare rappresentanza anche a quella rappresentata dall’area de Magistris, che ha ottenuto oltre il 16% con circa 130mila voti.
Le modalità di elezione
I componenti dell’Ufficio di Presidenza sono eletti dal consiglio regionale nella prima seduta, convocata per lunedì, con votazione separata e a scrutinio segreto. Il presidente è eletto a maggioranza dei due terzi e, se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nel terzo, da tenersi nel giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei voti dei consiglieri regionali. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato la maggioranza richiesta, si procede, nello stesso giorno, al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero dei voti. Per l’elezione di vicepresidenti e segretari questori i consiglieri votano per un solo nome. Sono eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti e, a parità di voti, i più anziani di età. L’Ufficio di Presidenza viene rinnovato a metà legislatura, cioè dopo trenta mesi dalla prima seduta del consiglio regionale.
s. pel.