Lotta al Covid, Grimaldi: “Con le cure domiciliari abbiamo salvato migliaia di persone”

L'avvocato napoletano ha fondato il comitato "Cure domiciliari" del quale fanno parte anche medici calabresi. Al Governo chiedono la revisione delle linee guida

di Damiana Riverso – “Le cure domiciliari hanno salvato migliaia di vite in scienza e coscienza. Il ministro della Salute ha il dovere di coinvolgere nei protocolli di cura domiciliare i medici impegnati sul territorio”. Con questa richiesta,  l’avvocato napoletano Erich Grimaldi, ideatore e fondatore del gruppo “#TERAPIADOMICILIARECOVID19 in ogni Regione” del comitato Cure Domiciliari sarà in piazza del Popolo a Roma, insieme ai membri del comitato e ai suoi sostenitori, sabato 8 maggio per chiedere il rafforzamento della medicina territoriale e nuove linee guida che tengano conto delle esperienze sul campo. E del team di specialisti messo insieme da Grimaldi la Calabria conta anche la sua presenza attiva, con medici e professionisti sia da Catanzaro, Reggio, Cosenza e altre città, che si sono messi a disposizione dei malati abbandonati da un sistema sanitario che durante quest’ultimo anno ha vacillato sotto il peso del Coronavirus.

In campo da marzo 2020

In campo da marzo 2020

La storia del comitato fondato dall’avvocato Grimaldi parte da lontano. Non è un medico, ma sin dall’inizio della pandemia raccogliendo dati, testimonianze e informazioni ha capito che le regioni erano diventate come dei piccoli stati autonomi dove non c’è mai stato confronto e questo costituiva un pericolo per quelle regioni con il sistema sanitario più debole. “Da marzo dello scorso anno – racconta Grimaldi – ho capito che dovevo fare qualcosa per la mia regione ma non solo. Ho raccolto e confrontato i dati sul perché a parità di contagio in alcune città si moriva di più e sono arrivato alla conclusione che il Governo, a mio avviso, ha sbagliato a far muovere le regioni autonomamente. Ci vogliono misure nazionali anche da un punto di vista sanitario, e fondamentale è proprio quella delle cure domiciliari, perché solo così riusciamo a non intasare gli ospedali”. “Ho fondato un gruppo facebook, facendo i primi giorni delle dirette e cercando di raccogliere medici di famiglia, specialisti e ospedalieri. Chiamai quel gruppo Esercito Bianco. Oggi questo gruppo, che ha cambiato nome con quello attuale, conta oltre 417mila iscritti che possono chiedere consiglio e aiuto a migliaia di medici specialisti in ogni branca sanitaria: dalla psicologia, alla nutrizione, ai farmacisti. Abbiamo un rigido controllo della pagina e dei post che ci permette di raccogliere le richieste di aiuto di tutti quei pazienti messi ‘in vigile attesa e tachipirina’. Tutto in maniera completamente gratuita”.  Ed è proprio questo che l’avvocato Grimaldi, che in questo anno ha messo da parte il suo lavoro per dedicarsi anima e corpo in questa battaglia, e il suo comitato contesta: che l’unica cura domiciliare prevista sia costituita da paracetamolo e vigilante attesa per 72 ore o eventuali Fans. “I protocolli in vigore adesso – afferma Grimaldi – non tengono assolutamente conto dei territori, anzi essendo l’uso di altri farmaci vietato i medici di medicina generale hanno di fatto le mani legate e questo contribuisce a intasare gli ospedali, quando invece molti pazienti potrebbero essere adeguatamente trattati a casa”.

La battaglia col Governo

Grimaldi nel corso di questo lungo anno di lotta al Covid non si è fermato davanti a nulla. Ha impugnato la nota Aifa del 9 dicembre che prevedeva paracetamolo e vigilante attesa, ottenendo una sospensiva cautelare dal Tar del Lazio che ha riconosciuto “il diritto/dovere dei medici di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza”. Alla decisione del giudice amministrativo ha opposto ricorso il ministero della Salute ottenendo un’ordinanza di annullamento dal Consiglio di Stato il 23 aprile. Tre giorni dopo sono state approvate le nuove linee guida Aifa: “dalle quali però – commenta Grimaldi -siamo stati completamente esclusi”. Eppure il nostro schema medico di approccio terapeutico veloce ha fatto il giro del mondo ed è stato approvato da medici statunitensi e brasiliani. “Abbiamo dialogato per due mesi – racconta ancora Grimaldi – con il sottosegretario Sileri per essere coinvolti nella revisione delle linee guida Aifa. Il 23 aprile c’è stata una prima riunione dei vertici Agenas, il dottor Bassetti con la partecipazione del dottor Remuzzi, con il professor Cavanna e il dottor Mangiagalli del nostro comitato, proprio perché Sileri si era impegnato a farci partecipare come comitato, tenendo conto di quella che era stata la decisione del Senato. E invece una bozza di linee guida era già stata presentata il 30 marzo 2021. “Speranza senza comunicare nulla a Sileri, fa preparare da un gruppo di lavoro del dipartimento di prevenzione di cui lui ha la delega, alla quale hanno partecipato oltre a Rezza che è responsabile, anche Galli nonché Locatelli, Scotti e quindi noi siamo stati esclusi. Il documento viene approvato il 26 aprile dopo la decisione del Consiglio di Stato “per far venir meno quell’indicazione del Tar che aveva di fatto bocciato i protocolli di paracetamolo e vigile attesa”. L’impegno di Grimaldi e del suo comitato non si è fermato neanche davanti a questo. Le cure domiciliari appaiono oggi ancora di più fondamentali per un approccio veloce al virus evitando in molti casi l’ospedalizzazione del paziente. Ora l’appuntamento è a piazza del Popolo a Roma per far valere il diritto alla salute e dei territori, chiedendo l’approvazione dello schema terapeutico del comitato e la revisione del protocollo in modo tale che i medici di famiglia possano prescrivere liberamente i farmaci. Alla manifestazione parteciperanno anche tantissimi pazienti curati proprio da questo team di esperti che si è messo a disposizione di tutti quegli italiani che si sono sentiti abbandonati dal sistema centrale.

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