Lotta al Covid, “nove ricoverati su dieci sono vaccinati con almeno due dosi”

Otto positivi al Covid su dieci sono in ospedale per altri motivi: ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca Nove ricoverati su dieci sono vaccinati con almeno due dosi, la 'nuova fase' del Covid
ricoverati covid

“Otto ricoverati positivi al Covid su dieci sono in ospedale per altri motivi: ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca e altro. Nove volte su dieci si tratta di vaccinati con almeno due dosi. La Società Italiana di Rianimazione (Siaarti) spiega come la fotografia dell’emergenza negli ospedali sia molto cambiata rispetto all’inizio della pandemia. L’80% dei ricoverati, secondo le prime stime, si trova in terapia intensiva per altre patologie. E risulta occasionalmente positiva al tampone. Questi ricoverati hanno in media un’età di circa 75 anni. Il 90% risulta vaccinato con due dosi”.

“Le sottovarianti di Omicron si fermano prima”

“Le sottovarianti di Omicron si fermano prima”

“I pazienti che vengono da noi per polmonite da Covid sono molto rari”, spiega il leader della Siaarti Antonello Giarratano al Corriere della Sera. “La grande maggioranza arriva per altre patologie che compromettono le funzioni vitali. Ad esempio ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca oppure traumi e interventi. In alcuni casi il Coronavirus agisce come quelli dell’influenza favorendo gli scompensi di persone già molto fragili”. Gli fa eco il direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione dell’ospedale Gemelli, Massimo Antonelli: “I ricoveri sono limitati e ben distribuiti tra gli ospedali. Il paziente colpito da insufficienza respiratoria grave causata dal Covid non lo vediamo quasi più, in parte grazie alle vaccinazioni, in parte perché le sottovarianti di Omicron che oggi attaccano raramente i polmoni e si fermano alle prime vie respiratorie”.

“Contagiati a casa”

Ma Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, propone una nuova vaccinazione per il prossimo autunno. Per i fragili e per chi ha più di 60 anni: “È chiaro che grazie alle vaccinazioni, ma anche a una minor capacità di Omicron di infettare le cellule degli alveoli polmonari, le manifestazioni cliniche sono meno gravi. Non significa però che non ci possa essere un numero rilevante di ricoveri, che non a caso adesso sono saliti sopra i 5.000, oltre a un certo numero di morti. Siamo a più di 30 mila decessi dall’inizio dell’anno. Alla luce di questi dati e dell’elevata circolazione virale, ritengo che i contagiati debbano rimanere a casa. Anche perché – conclude Locatelli – è evidente che i numeri sono sottostimanti”.

“Endemizzazione del virus”

A giudizio del noto epidemiologo Massimo Cicozzi “siamo nel pieno dell’ondata di Omicron 5, ma era prevedibile. Stiamo vivendo – spiega il ricercatore – quello che è stato vissuto in Portogallo prima noi. Avremo un innalzamento dei contagi, un picco probabile tra massimo quattro settimane e infine il plateau e la discesa dei casi. Se rimane questa variante, come tutti noi pensiamo da evoluzionisti quali siamo, dopo la fine di luglio avremo una specie di rumore di fondo con contagi fisiologici proprio per l’endemizzazione del virus”. L’esperto ha concluso il suo discorso affermando che le “terapie intensive non sono assolutamente in aumento” e che i “ricoveri ordinari crescono perché spesso una persona anziana colpita da Omicron 5, se ha febbre alta, specialmente il sabato e la domenica va in Pronto soccorso”.

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