“Mentre la politica discute di utilità o meno delle intercettazioni, le mafie sono già in grado di comprarsi degli hacker e crearsi nuovi sistemi di comunicazione sopra le nostre teste, che noi non ascoltiamo, comprano telefoni che utilizzano per sei mesi e parlano in chiaro da una parte all’altra dell’oceano e noi non siamo riusciti a bucare nessuno di questi sistemi”. Lo ha dichiarato il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo alla Camera alla presentazione del rapporto Le mafie nell’era digitale, realizzato dalla Fondazione Magna Grecia.
“L’Italia ha i migliori investigatori del mondo”
“L’Italia ha i migliori investigatori del mondo”
“L’Italia – ha rivelato il magistrato calabrese – ha i migliori investigatori del mondo, l’Italia non era seconda a nessuno ma ora stiamo perdendo know how e, negli ultimi decenni, chi ha governato non ha investito in tecnologia pensando non fosse importante, oggi invece dobbiamo coprire questo gap e finirla di arruolare nei servizi segreti solo il poliziotto, il maresciallo, dobbiamo assumere hacker altrimenti non riusciremo a essere competitivi con le migliori polizie del mondo. È un tema che va affrontato adesso – ha continuato il procuratore -, questo studio è l’attualità, sarebbe stato in ritardo se fosse uscito tra cinque anni, oggi siamo sul pezzo, ma tra cinque anni può diventare archeologia”.
L’appello del magistrato
“Nel mondo dell’informatica – ha detto ancora Nicola Gratteri – in questo momento i più bravi sono gli israeliani, c’è una legislazione più a maglie larghe che consente sperimentazioni di tecnologia, bisogna spendere soldi, ad esempio noi abbiamo in Italia l’aerospaziale che è molto evoluto, abbiamo Leonardo, soprattutto sul piano militare, la sicurezza dello Stato non possiamo lasciarla agli altri o alla fortuna, non è possibile continuare a pensare che mi chiama un collega francese o tedesco che mi dà tre, quattro tir di file che io devo decriptare quando poi il fatto è già accaduto e il carico, di cocaina o armi, è già arrivato da Gioia Tauro ad Amsterdam o Anversa, io vorrei che l’Italia fosse all’avanguardia come è stata sempre e che ci si togliesse questa paranoia che in Italia siamo tutti intercettati. Spero – conclude il procuratore – che nel breve periodo si voglia investire sul piano tecnologico della nostra polizia giudiziaria”.