Lucio Battisti, al Politeama viaggio entusiasmante con Mogol e Carroccia

Carroccia incita la platea

Un viaggio entusiasmante nel tempo. Ieri sera, nel Teatro Politeama di Catanzaro, il Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, ha concluso la sezione grandi eventi con un concerto dalle mille sfumature, portato in scena da Mogol, Gianmarco Carroccia e l’orchestra diretta da Marco Cataldi.

Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti non è stato solo uno spettacolo durante il quale, il più grande Autore italiano ha raccontato aneddoti e genesi dei suoi testi e il cantante che più di altri riesce a reincarnare l’essenza della vocalità di Battisti, ha trasmesso le suggestioni più profonde dei testi di Mogol. E’ stato tanto di più.

Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti non è stato solo uno spettacolo durante il quale, il più grande Autore italiano ha raccontato aneddoti e genesi dei suoi testi e il cantante che più di altri riesce a reincarnare l’essenza della vocalità di Battisti, ha trasmesso le suggestioni più profonde dei testi di Mogol. E’ stato tanto di più.

Iniziata con l’intima Emozioni, la serata è proseguita con 29 settembre: «Seduto in quel caffè», è l’inizio di una canzone rimasta nei nostri cuori, grazie a un testo che da sempre colpisce l’immaginazione. Non una semplice frase, ma un mondo che ad ogni ascolto si apre alla fantasia. Quella immagine di tutti i giorni è frutto della fantasia di un genio della parola: Mogol.

 Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti è stato un viaggio tra le note e le parole che hanno segnato la vita degli italiani dal 1968 al 1998. Una colonna sonora che ha colpito il cuore di tutti. Una scaletta che ha emozionato e divertito, coinvolto e appassionato.

Grande è stato il coinvolgimento e trasporto da parte del pubblico quando Carroccia,  ha cantato Un’avventuraAcqua azzurra acqua chiaraDieci ragazzeMi ritorni in menteUna donna per amico, Respirando La canzone del sole Io vivrò (senza te).

Mogol, sollecitato dalle domande del giornalista Marcello Barillà, ha introdotto i brani in repertorio, spiegan- done il significato, spesso ispirato da episodi della sua vita, che ha raccontato ad un pubblico sempre più divertito.

Ad esempio in I giardini di marzo“Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti/Il più bello era nero, coi fiori non ancora appassiti” non era un testo frutto della fantasia ma un preciso riferimento a sua madre. «Da piccolo ero stupito che i fiori sui suoi vestiti non appassissero, perché li aveva indossati così tante volte che mi sembrava fosse impossibile non si fossero rovinati», ha rivelato sorridendo.

Anche questo testo: “Conosci me/che ne sai di un viaggio in Inghilterra/quel che darei/che ne sai di un amore israelita/perché negli altri ritrovassi gli occhi miei/di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finita” parla di una esperienza di vita di Mogol.

E’un episodio accadutomi realmente, racconta divertito, a Londra dove fui invitato a una festa ebraica e conobbi Sharon, una bellissima ragazza che mi chiese subito di fidanzarci. Quella notte non dormii. Il giorno dopo, però, non successe nulla perché ella scoprì che non ero ebreo.

Ogni canzone è sembrata “volare” via velocemente. Entusiasmo e ricordi sono andati a braccetto. Una piacevole sorpresa è stato il momento in cui Gianmarco Carroccia ha duettato in Pensieri e parole con la sua immagine alle spalle, che ha richiamato il video originale della canzone. E qui il viaggio della memoria è stato inevitabile.

Gli interventi di Mogol hanno rafforzato l’esibizione straordinariamente sorprendente di Gianmarco Carroccia, consentendo una piena comprensione dei testi cantati. Anima latina, una delle sue canzoni più difficili, ha incantato il pubblico grazie anche a un arrangiamento superbo dell’orchestra di 16 elementi che lo ha accompagnato per tutta la serata.

Carroccia ha Dato spazio anche a Gianni Bella, un altro grande artista, interpretando Il patto e Il profumo del mare, due brani intensi composti per lui da Mogol. Infine, la gioia è esplosa definitivamente nel finale. Da La canzone del sole a Respirando, da Una donna per amico a Con il nastro rosa, fino agli inevitabili bis con Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi… e Il tempo di morire, è stato tutto un susseguirsi di vibranti emozioni. Il pubblico in piedi lo ha accompagnato con un’autentica ovazione. Una dimostrazione d’ amore nei confronti di Lucio Battisti e Mogol e un giusto riconoscimento per un travolgente Gianmarco Carroccia, ormai entrato nel cuore di tutti.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Il Festival d’autunno si concluderà con due eventi dedicati alla parola. Il primo, si terrà oggi sabato 9 novembre, alle ore 18:30 nel Museo Marca: “Le parole della fede e i giovani” con Pippo Corigliano, per quaranta anni portavoce dell’Opus dei. Giornalista e scrittore di successo per Mondadori, l ‘ingegnere napoletano, intervistato dal caporedattore Rai Calabria Pasqualino Pandullo, offrirà attraverso la propria testimonianza importanti spunti di riflessione su come recuperare la dimensione del dialogo e del confronto con i giovani.

Infine Venerdì 15 novembre, alle ore 18:30, presso il Complesso Monumentale “San Giovanni” di Catanzaro, Antonio Cerasa, ricercatore del CNR sarà protagonista di: Da dove nascono le parole: La scatola magica, un incontro interattivo e multimediale sull’intelligenza artificiale, nuova frontiera della scienza, che da qui a poco, cambierà la vita di tutti noi.

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