Ludopatia, Codacons diffida questure calabresi

Il Codacons diffida le questure di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, affinché adottino provvedimenti urgenti a tutela dell’ordine pubblico e della salute dei cittadini.

Sono anni che spingiamo le amministrazioni locali ad agire contro la ludopatia, con una lotta senza quartiere contro il gioco d’azzardo.

Sono anni che spingiamo le amministrazioni locali ad agire contro la ludopatia, con una lotta senza quartiere contro il gioco d’azzardo.

Ad un anno esatto dalla circolare del Ministero dell’Interno, che conteneva indicazioni operative in materia di distanze minime dai luoghi definiti sensibili, come scuole, ospedali, case di riposo, luoghi di culto o altri centri di aggregazione – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – si continua ad assistere al proliferare di sale slot che aprono anche in violazione delle distanze minime previste, rappresentando un pericolo sia per l’ordine pubblico, sia per la salute dei cittadini, che rischiano di sviluppare forme di dipendenza da gioco.

È questo il motivo che ha indotto il Codacons a inviare la richiesta di “avviare le dovute indagini” per fronteggiare quella che viene definita come una vera e propria emergenza sociale.
L’argomento è complesso e tocca molti aspetti della società – prosegue Di Lieto – da quello medico, per i problemi di dipendenza a quello più prettamente legato al degrado, per la clientela che catalizzano le sale scommesse. Per non parlare degli stretti, quanto inquietanti legami con la criminalità organizzata, per come emergono dalle risultanze processuali.

Sono necessari ed urgenti controlli a tappeto, per far si che vengano rispettati i divieti per i minorenni e l’obbligo previsto dalla legge sull’informativa, per quanto riguarda i rischi ai giocatori.

Così come non è possibile lasciare abbrutire disperati dinnanzi le slot machine a qualsiasi ora del giorno e della notte, con ripercussioni tragiche sia sui rapporti che sui bilanci familiari.

Per comprendere il vorticoso giro d’affari che ruota intorno al mondo delle scommesse, basta evidenziare che, mediamente, ogni famiglia calabrese – prosegue Di Lieto – dilapida 300 euro al mese in questo “buco nero” e, purtroppo, ci riferiamo soltanto al business “legale”.

Ma veniamo alle ragioni della diffida. La competenza in tema di autorizzazione che abilita all’esercizio della raccolta di scommesse, alla gestione di sale e all’installazione di videolottery – spiegano dal Codacons – è in capo ai Questori.

A seguito della Circolare dello scorso 19 marzo 2018, le distanze diventano un elemento fondante per tutto il sistema delle sale scommesse. Di qui il drammatico appello del Codacons a “provvedere ad inibire atti e comportamenti lesivi degli interessi dei Cittadini”.

Redazione Calabria 7

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