Il “nodo” Commissioni del Consiglio regionale resta al centro del dibattito politico in Calabria. Un “nodo” destinato a sbrogliarsi lunedì 29 giugno, in una nuova seduta dell’Assemblea legislativa calabrese, convocata proprio per completare la composizione delle Commissioni – sei permanenti e due speciali – ancora non costituite a distanza ormai di più di cinque mesi dalle elezioni regionali del 26 gennaio scorso.
La nuova seduta del Consiglio regionale – inizio fissato alle ore 12 – è chiamata a sanare il “vulnus” nato il 12 giugno, quando l’elezione degli Uffici di presidenza delle Commissioni era avvenuto con i soli voti della maggioranza di centrodestra, che alla fine si era “accaparrata” tutte le otto presidenze, compresa la Vigilanza che in genere per prassi istituzionale va all’opposizione. E aveva anche votato i vicepresidenti in quota centrosinistra, rimasto fuori dall’aula consiliare in segno di protesta.
La nuova seduta del Consiglio regionale – inizio fissato alle ore 12 – è chiamata a sanare il “vulnus” nato il 12 giugno, quando l’elezione degli Uffici di presidenza delle Commissioni era avvenuto con i soli voti della maggioranza di centrodestra, che alla fine si era “accaparrata” tutte le otto presidenze, compresa la Vigilanza che in genere per prassi istituzionale va all’opposizione. E aveva anche votato i vicepresidenti in quota centrosinistra, rimasto fuori dall’aula consiliare in segno di protesta.
Nei giorni successivi, dopo un serrato confronto aperto dalle dimissioni dei vicepresidenti della minoranza, il centrodestra ha alzato un “muro” invalicabile alla nuova richiesta del centrosinistra di “trattare” per la Vigilanza, ribadendo di non avere alcuna intenzione di rinunciare alle presidenze delle otto Commissioni, e si è deciso così di ritornare in aula il 29 giugno, ma solo per votare le vicepresidenze delle Commissioni, e nemmeno di tutte le otto Commissioni.
All’ordine del giorno della seduta di lunedì infatti non c’è l’elezione del vicepresidente della seconda Commissione “Bilancio e Programmazione”, perché la rappresentante del centrosinistra eletta il 12 giugno (con un solo voto della maggioranza), Flora Sculco, dei “Democratici Progressisti”, a differenza dei colleghi di schieramento non si è dimessa, non condividendo la scelta “aventiniana” della minoranza. L’opposizione ovviamente continua a stigmatizzare l’atteggiamento di chiusura del centrodestra. Pensando di rivolgere un’istanza al ministero per gli Affari regionali per denunciare quella che viene definiita “l’inagibilità democratica” del Consiglio regionale. Non è escluso che lunedì, in aula, il centrosinistra decida di non partecipare ai lavori consiliari nella sola parte relativa al voto delle vicepresidenze delle Commissioni, ma non cambierà l’esito finale, l’insediamento delle Commissioni, che comunque avverrà con un evidente e notevole ritardo.
Per il resto, sul piano politico il Consiglio regionale del 29 giugno, che si svolgerà ancora a porte chiuse per il perdurare delle misure restrittive anti-coronavirus, non dovrebbe riservare particolari sorprese.
In totale sono 18 i punti all’ordine del giorno: tra questi spiccano due proposte di legge, la prima in tema di gestione dei rifiuti, a firma dei consiglieri regionali Pietro Molinaro (Lega), Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), Nicola Paris (Udc) e Vito Pitaro (Jole Santelli presidente), che prevede di prorogare di un altro anno e mezzo, per la precisione al 31 dicembre 2021,la possibilità di “integrare le autorizzazioni all’esercizio degli impianti privati di trattamento dei rifiuti urbani”, e la seconda, a firma del consigliere Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), che, “esclusivamente per la stagione balneare 2020 e su richiesta dei titolari di concessione”, consente ai Comuni di “concedere un’estensione” fronte-mare degli stabilimenti balneari “sino al massimo del 30% di quello relativo alla concessione demaniale in essere, nel rispetto di particolari condizioni”.
Ma la seduta del Consiglio regionale non è l’unico appuntamento istituzionale della prossima settimana, visto sempre che lunedì 29 giugno è convocata anche la Giunta delle elezioni, che proseguirà l’esame delle eventuali situazioni di ineleggibilità e di incompatibilità dei consiglieri regionali eletti il 26 gennaio scorso: in prima battuta la Giunta delle elezioni ha deciso di approfondire tre casi, quelli di Pietro Molinaro (Lega), Luca Morrone (Fratelli d’Italia) e Domenico Creazzo (Fratelli d’Italia), quest’ultimo, peraltro, sospeso per il suo coinvolgimento in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.