Lunghe liste d’attesa, pronto soccorso in tilt e carenza di personale: dati devastanti in Calabria

Il Rapporto civico sulla salute integra i dati provenienti dalle 14mila segnalazioni giunte nel 2022 a "Cittadinanzattiva", con dati provenienti da fonti istituzionali, accademici o della ricerca
sanità in calabria

“Negli ultimi 10 anni c’è stata una riduzione costante delle strutture di emergenza: si conta un taglio di 61 dipartimenti di emergenza, 103 pronto soccorso, 10 pronto soccorso pediatrici e 35 centri di rianimazione”. Anche rispetto alla tempestività nell’arrivo dei mezzi di soccorso, la situazione è peggiorata: in Calabria in cui il mezzo di soccorso arriva mediamente in 27 minuti, Basilicata 29 minuti e Sardegna 30 minuti, quando la media nazionale è di 20 minuti”. Sono le urgenze sanità che Cittadinanzattiva fotografa nel Rapporto civico sulla salute 2023, presentato oggi al Ministero della Salute.

Il report

Il report

Il Rapporto civico sulla salute, integra i dati provenienti dalle 14.272 segnalazioni dei cittadini, giunte nel corso del 2022 a Cittadinanzattiva, con dati provenienti da fonti istituzionali, accademici o della ricerca. Le segnalazioni più ricorrenti nell’area dell’emergenza e urgenza riguardano: eccessiva attesa per il triage (19%) pronto soccorso affollato (15%). Terminata l’emergenza pandemica, i cittadini si trovano a fare i conti, più di prima, con pronto soccorso allo stremo, carenza di medici e deserti sanitari. A causa delle liste d’attesa il ricorso alla spesa privata aumenta e l’attesa per molti si trasforma in rinuncia: a crescere rispetto al 2021, sono soprattutto le segnalazioni per il mancato accesso alle prestazioni (+5,8%).

Altra urgenza è quella del personae sanitario: i dati di una nuova indagine su 10mila professionisti mostrano che il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e uno su tre non riesce a bilanciare i tempi lavorativi con quelli della vita privata. Aumentano, infine, le segnalazioni in tema di salute mentale: il 28% denuncia una situazione ormai diventata insostenibile a livello familiare e il 17% la carenza di figure sanitarie sul territorio. Per superare l’Urgenza in Sanità Cittadinanzattiva lancia un Manifesto con una petizione su Change.org, mentre alle 14 ci sarà un flash mob davanti al Ministero per manifestare le urgenze sanitarie dei loro territori.

Tempi di attesa per interventi chirurgici

La quasi totalità delle Regioni non ha recuperato le prestazioni in ritardo a causa della pandemia, e non tutte hanno utilizzato il fondo di 500 milioni stanziati nel 2022 per il recupero delle liste d’attesa. Non è stato utilizzato circa il 33%, per un totale di 165 milioni. I dati raccontano che il Molise ha investito solo l’1,7% di quanto aveva a disposizione, circa 2,5 milioni. Male anche la Sardegna (26%), la Sicilia (28%), la Calabria e la Provincia di Bolzano (29%).

Dalle indagini Istat si rileva nel 2022 una riduzione della quota di persone che ha effettuato visite specialistiche (dal 42,3% nel 2019 al 38,8% nel 2022) o accertamenti diagnostici (dal 35,7% al 32,0%) – nel Mezzogiorno quest’ultima riduzione raggiunge i 5 punti percentuali. Rispetto al 2019 aumenta la quota di chi dichiara di aver pagato interamente a sue spese sia visite specialistiche (dal 37% al 41,8% nel 2022) che accertamenti diagnostici (dal 23% al 27,6% nel 2022).

Urgenza pronto soccorso

Le segnalazioni più ricorrenti riguardano: eccessiva attesa per effettuare o completare il triage (18,9%) pronto soccorso affollato (15,4%), carente informazione al paziente o al familiare (9,8%), mancanza di posti letto in reparto per il ricovero (9,2%), mancanza del personale medico (8,7%), pazienti in sedia a rotelle o in barella lungo i corridoi per ore/giorni (7,5%).

Negli ultimi 10 anni facciamo i conti con una riduzione costante e cospicua delle strutture di emergenza: si conta una riduzione sul territorio nazionale di 61 dipartimenti di emergenza, 103 pronto soccorso, 10 pronto soccorso pediatrici e 35 centri di rianimazione; per quanto riguarda le strutture mobili negli ultimi 10 anni abbiamo avuto una riduzione di 480 ambulanze di tipo B, un incremento di sole 4 ambulanze di tipo A (ma nel 2019 il decremento rispetto al 2010 era di 34 unità), un decremento di 19 ambulanze pediatriche e di 85 unità mobili di rianimazione.

A livello regionale vi sono delle realtà con delle percentuali sicuramente più esigue e sotto la media sia per la presenza di DEA sia di pronto soccorso; è l’esempio di Basilicata (22,2% di DEA e PS), Calabria (43,5% di DEA e 69,6% di PS), Molise (20% DEA e 60% PS). Anche rispetto alla tempestività nell’arrivo dei mezzi di soccorso, la situazione è peggiorata significativamente e in modo preoccupante; è il caso della Calabria in cui il mezzo di soccorso arriva mediamente in 27 minuti, Basilicata 29 minuti e Sardegna 30 minuti, quando la media nazionale è di circa 20 minuti.

Vaccini e screening oncologici

Sono sei le regioni (erano tre nel 2019) che non raggiungono la sufficienza rispetto ai criteri LEA per la prevenzione: in particolare a Sicilia, PA di Bolzano e Calabria, che mostrano i dati più bassi, si aggiungono nel 2020 Liguria, Abruzzo, Basilicata.

Aumentano le coperture per morbillo, varicella, meningococco c, ma diminuiscono nella stagione 2021-22 quelle per il vaccino antinfluenzale soprattutto negli anziani, la cui copertura scende di ben 7 punti percentuali rispetto alla stagione precedente (58,1%). In particolare sono la P.A di Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta, e la Sardegna ad avere i dati di copertura più bassi. Le migliori risultano la Basilicata (68,5) e l’Umbria (68,8%). Chi mostra i dati peggiori è la P.A di Bolzano (36,1%) e Sardegna (41,2%). La copertura vaccinale nazionale per HPV nelle ragazze nella coorte più giovane (2009), che compiono 12 anni nell’anno di rilevazione, è al 32,22%, nessuna Regione o PA raggiunge il 95%; idem per la copertura nazionale nei ragazzi nati nel 2009 che è appena al 26,75%.

Screening oncologici

Calano nel 2020 gli inviti per gli screening organizzati: -29% per quello mammografico, -24% per quello colorettale e per il cervicale. La riduzione negli inviti si registra soprattutto al Nord mentre in generale è al Sud che le percentuali di adesione agli stessi restano le più basse: per lo screening mammografico fanalino di coda sono Calabria (9% di adesione) e Campania (21%); per il colorettale Calabria (2%) e Puglia (5%); per lo screening per il tumore alla cervice Campania (13%) e Calabria (31%).

Personale sanitario

I dati di una nuova indagine su 10mila professionisti 10mila operatori sanitari appartenenti a venti categorie professionali hanno partecipato alla prima indagine condotta da Cittadinanzattiva, in collaborazione con FNOPI e FNO TSRM e PSTRP, con l’obiettivo di sondare le motivazioni dei professionisti a restare o lasciare il SSN. L’8% dei professionisti coinvolti nell’indagine – è scritto su QuotidianoSanità – è relativo ad infermieri ed infermieri pediatrici appartenenti alla FNOPI, il 92% aderisce alla FNO TSRM e PSTRP, dietro queste sigle ben 18 professioni sanitarie: quelle che hanno maggiormente contribuito alla survey sono educatori professionali (15,4%), tecnici sanitari di radiologia medica (13,7%), tecnici di laboratorio biomedico (12,8%), logopedisti (9,6%), tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (6,2%), igienista dentali (4,6%), dietisti (4,2%), assistenti sanitari (4,1%).

Oltre il 46% afferma di essere soddisfatto del proprio percorso professionale, ma non altrettanto del proprio ambiente di lavoro che stimola poco o niente la realizzazione personale (per il 42,6%) e la crescita professionale (48,5%). Oltre il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e uno su tre non riesce affatto a bilanciare i tempi lavorativi con quelli della vita privata. Il 31,6% denuncia di essere stato vittima, negli ultimi tre anni, di aggressione (verbale o fisica) da parte degli utenti, il 20,7% da parte di un proprio superiore e il 18,4% da parte di colleghi. E l’assenza nel posto di lavoro di un punto di ascolto psicologico è lamentata in particolare dal 65,9% degli intervistati.

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