The mafia’s most wanted Man. Che tradotto significa: “L’uomo più ricercato dalla mafia”. È Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, il quale continua a occupare l’attenzione dei media internazionali. La giornalista Siobhan Robbins, corrispondente per l’Europa di Sky news, ha dato spazio al magistrato più esposto nella lotta alla ‘ndrangheta. E lo ha fatto attraverso un’intervista pubblicata sul sito della rete televisiva inglese.
Ecco un estratto dell’intervista al procuratore di Catanzaro: “Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di persone oneste. Se fossi nato 100 metri più in la della strada o 100 metri più giù – ha detto Gratteri – oggi sarei un mafioso, o un boss della ‘ndrangheta. Ho visto tante persone uccise, ho visto tanta violenza. I figli dei boss della ‘ndrangheta si comportavano come piccoli boss mafiosi a scuola. Erano violenti come i loro padri. Dentro casa mia è come il Grande Fratello. Ci sono telecamere di sicurezza ovunque, anche nel giardino dove do da mangiare alle mie galline”.
Ecco un estratto dell’intervista al procuratore di Catanzaro: “Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di persone oneste. Se fossi nato 100 metri più in la della strada o 100 metri più giù – ha detto Gratteri – oggi sarei un mafioso, o un boss della ‘ndrangheta. Ho visto tante persone uccise, ho visto tanta violenza. I figli dei boss della ‘ndrangheta si comportavano come piccoli boss mafiosi a scuola. Erano violenti come i loro padri. Dentro casa mia è come il Grande Fratello. Ci sono telecamere di sicurezza ovunque, anche nel giardino dove do da mangiare alle mie galline”.
Le prime minacce a Gratteri
Nel 1989, il suo lavoro nelle indagini antimafia lo aveva reso un bersaglio. “Ho sentito la ‘ndrangheta alitarmi sul collo”, ricorda. Le minacce iniziarono sul serio quella primavera. Prima la mafia ha sparato contro la porta di casa della sua fidanzata, poi l’hanno chiamata alle 2 del mattino e l’hanno avvertita che stava per sposare ‘un uomo morto’.
“Un amico d’infanzia aveva solo 11 anni quando la mafia uccise suo padre. Smetteva di parlare e stava sempre zitto”, ha detto Gratteri. Ma quel ragazzo silenzioso stava tramando la sua vendetta. Una volta che ha potuto guidare, ha comprato un’auto blindata e ha cercato di rintracciare gli assassini di suo padre. Poco tempo dopo, è stato ucciso scendendo dalla sua macchina. Ha ottenuto una condanna a otto anni di reclusione per un ex amico diventato membro della ‘ndrangheta che è stato arrestato con un grande deposito di armi tra cui kalashnikov, esplosivi e bazooka”.