Non pronuncia mai il nome ma il riferimento è chiaro. Prosegue sui social la campagna diffamatoria contro Nicola Gratteri da parte di Otello Lupacchini, magistrato oggi in pensione, già procuratore generale di Catanzaro trasferito a Torino dal Consiglio superiore della Magistratura in seguito a un procedimento disciplinare. Stavolta l’idolo di tutti coloro che odiano l’operato di Nicola Gratteri è addirittura comparso sulla pagina Facebook ufficiale di Nicola Morra per commentare in modo alquanto livoroso l’appello di Pif per partecipare alla manifestazione “Maipiùstragi” che si terrà domani a Milano. Un’iniziativa a sostegno di Gratteri e di tutti quei magistrati in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, un problema che riguarda tutta l’Italia e non solo la Calabria.
Il post al veleno di Lupacchini
Il post al veleno di Lupacchini
Lupacchini ha preso l’occasione per un nuovo velenoso attacco al magistrato di Gerace etichettato come “vitello d’oro” e rilanciando la solita fake news che tanto piace ai detrattori di Gratteri sui risultati “disastrosi” delle “grosse operazioni”. “Molto spesso – ha scritto Lupacchini utilizzando provocatoriamente la pagina del presidente della Commissione antimafia – gli esiti delle ‘grosse operazioni’ del “vitello d’oro” (Esodo 32) di Gerace sono disastrosi; in tanti mi dicono che, sebbene sia noto lippis et tonsoribus che i reiterati insuccessi di quelle ‘grosse operazioni’ dipendano dall’incapacità dello stesso ‘vitello d’oro’ di condurre le indagini e di valutare le prove raccolte o, magari, non raccolte o, peggio ancora, malamente raccolte, questo non si può né si deve dire, verresti accusato di #crimenlesaemaiestatis e assoggettato alla #poenacullei; i più perfidi avanzano addirittura il sospetto temerario che se la ‘ndrangheta è ormai come l’#IdradiLern, ciò sia da ascrivere alla natura velleitaria della ‘lotta’ cui che proprio il ‘vitello d’oro’ conduce da trent’anni contro di essa, con annessa propaganda alimentata attraverso le sue pletoriche conferenze stampa e i suoi ormai stucchevoli libricciuoli, densi di banale aneddotica e grondanti bolsa retorica, a cadenza semestrale, con conseguenti comparsate televisive e ‘marchette’ varie. Per fortuna, queste cose non le ho lette né sentite da nessuna parte… me le sono sognate. Dio, che incubo!”