Ma quale “Modello Catanzaro”? Al Comune i conti non tornano

La sezione controllo della Corte dei conti elenca numerose irregolarità nei rendiconti 2015-2016-2017, e avverte Palazzo De Nobili: senza correzioni blocco di alcune spese
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di Bruno Mirante – Il “modello Catanzaro” propagandato dal sindaco Sergio Abramo come esempio amministrativo di oculata gestione delle casse comunali continua a vacillare. A certificarlo, questa volta, è la sezione regionale di controllo per la Calabria della Corte dei conti che al termine dell’analisi dei rendiconti 2015, 2016 e 2017 del Comune di Catanzaro ha accertato una lunga serie di irregolarità, “di rilevante portata”.

Una lunga lista di irregolarità “di rilevante portata”

Una lunga lista di irregolarità “di rilevante portata”

La magistratura contabile, nella deliberazione del 28 aprile scorso, ha certificato “il dubbio rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno per l’esercizio 2015; la presenza di irregolarità (nella sottostima degli accantonamenti e nelle modalità di recupero dell’extradeficit nell’esercizio 2015) nella operazione di riaccertamento straordinario dei residui; l’inattendibilità, nel triennio 2015-2017, del fondo pluriennale vincolato sia di parte corrente sia di parte capitale; la scarsa attendibilità delle previsioni di entrata da trasferimenti (Titolo II); la reiterata esiguità, in tutto il triennio 2015/2017, dell’attività di riscossione delle entrate tributarie, nonché delle “entrate da recupero evasione tributaria”; la non corretta determinazione della parte disponibile del risultato di amministrazione del triennio 2015/2017. Ma non è tutto. I giudici hanno rilevato inoltre il probabile pagamento di spese non rientranti tra quelle previste dal decreto legge n. 35/2013, ovvero debiti certi, liquidi, ed esigibili presenti al 31 dicembre 2012 e/o che presentavano la riconoscibilità come debiti fuori bilancio; la sottostima della spesa per RSU (rifiuti solidi urbani) nella gestione di competenza e della spesa per il servizio idrico integrato, a motivo della presenza di debiti verso la Regione Calabria non garantiti da correlati impegni di spesa; la frequente approvazione di piani di rientro con la Regione Calabria, con conseguente rinvio dei costi di servizi essenziali ad esercizi futuri. E ancora: la strutturale presenza di debiti fuori bilancio riconosciuti, nonché la costante segnalazione di ulteriori debiti fuori bilancio, dopo la chiusura dell’esercizio ed entro la data di formazione dello schema di rendiconto; la presenza nell’esercizio 2015 di incassi e pagamenti da regolarizzare, quest’ultimi di importo superiore rispetto agli incassi; la violazione per l’esercizio 2016 del piano dei conti finanziario; l’utilizzo di entrate vincolate, rimaste da ricostituire al 31 dicembre del triennio 2015/2017; la reiterata irregolare gestione dei fondi vincolati; la presenza di posizioni debitorie consistenti per procedure esecutive/pignoramenti, non regolarizzati entro la chiusura dell’esercizio; il mancato rispetto dell’indicatore di tempestività dei pagamenti nell’esercizio 2016.

L’avvertimento della magistratura contabile

Alla luce di tutte le criticità esposte, la Corte dei Conti invita il Comune di Catanzaro ad adottare entro 60 giorni le misure correttive idonee a rimuovere le criticità per quelle violazioni ormai consumatesi (come: sottostima spesa Rsu, formazione costante di debiti fuori bilancio, reiterata irregolare gestione dei fondi vincolati), ad indicare correttivi idonei ad evitare il ripetersi futuro di irregolarità di tenore analogo”.

I giudici infine avvertono Palazzo De Nobili  “che, attesa la portata delle irregolarità emerse, le misure correttive dovranno essere idonee a rimuovere le conseguenze delle criticità ovvero – per quanto attiene alle violazioni puntuali già consumate – a impedire il verificarsi di anomalie di analogo tenore in futuro; in caso contrario, questa Sezione si vedrà costretta a procedere alla preclusione della attuazione dei programmi di spesa, misura già apposta in passato, limitatamente alle spese finanziate con entrate da recupero evasione tributaria non riscosse, fino alla approvazione del rendiconto 2016”.

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