Scritture e libri contabili poco trasparenti, beni strumentali , crediti della società o ricavi derivanti dalla loro cessione occultati o dissimulati. Con l’accusa di bancarotta fraudolenta il gup del Tribunale di Catanzaro Francesco Pizii ha condannato a 2 anni e 4 mesi ciascuno Salvatore Froio, 66 anni Bruno Froio, 62 anni entrambi di Soverato (difesi dall’avvocato Fabrizio Costarella), giudicati con rito abbreviato, amministratori di fatto della “Lisia Imaging srl”, dichiara fallita dal tribunale di Catanzaro con sentenza del 2012. Una condanna di poco inferiore rispetto ai 3 anni e 8 mesi invocati dal pubblico ministero in aula. Secondo le ipotesi accusatorie, entrambi avrebbero distratto tutti i macchinari sanitari, tra i quali un apparecchio elettromedicale, cedendoli alla Villa Elisa srl, i cui soci sarebbero stati gli stessi fratelli Froio e Bruno l’amministratore unico. Una società con sede legale a Soverato, già sede della “Lisia”, impresa alla quale nel solo anno 2009, avrebbero ceduto a noleggio questi stessi macchinari per un valore di 120mila euro e distratto depositi bancari, postali, disponibilità liquide per un importo di circa 467mila. E inoltre, sempre secondo le ipotesi di accusa, avrebbero tenuto i libri e le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari, omettendo la tenuta della documentazione relativa agli anni 2010 2011. Nel bilancio di esercizio del 31 dicembre 2009 e nella situazione economico-patrimoniale dall’1 gennaio 2010 fino al 31 dicembre 2010, avrebbero indicato a titolo di “crediti” la somma di circa 142mila euro, esattamente come “crediti nei confronti dei soci”, senza però indicarne la ragione giustificativa, né le modalità di rimborso. Come immobilizzazioni finanziarie avrebbero indicato la somma di circa 198mila, quale titoli a reddito fisso. Anche in questo caso senza indicare alcun’ altra specificazione esplicativa.
g. p.
g. p.
Redazione Calabria 7