Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha rimesso in libertà Antonio Gaetano Prestia, 59 anni, ex assessore ed ex vice sindaco di Mileto. Lo scorso 7 settembre era stato arrestato dai carabinieri nell’ambito della maxi inchiesta denominata “Maestrale 2” con l’accusa di furto aggravato dalle modalità mafiose. Difeso dall’avvocato Giuseppe Monteleone, il gip distrettuale di Catanzaro Sara Merlini aveva già revocato i domiciliari subito dopo l’interrogatorio di garanzia. I giudici del Riesame hanno adesso annullato l’ordinanza genetica accogliendo l’istanza del legale difensore. Custodia cautelare annullata anche nei confronti di Giuseppe Mangone, 68 anni di Mileto, difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Marianna Zampogna. Era stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata dalle finalità di agevolazione della cosca di Mileto nonché dalla metodologia mafiosa.
Le altre misure cautelari annullate
Quelli di Prestia e Mangone non sono i soli ricorsi accolti. Nelle scorse ore sono stati infatti revocate altre misure cautelari nei confronti di altri indagati finiti nel calderone dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Il Tribunale del Riesame ha annullato gli arresti domiciliari anche nei confronti di Sandro Melluso, 46 anni di San Leo di Briatico (difeso dagli avvocati Stefania Rombolà ed Ettore Troielli), ritenuto contiguo al clan Bonavita e accusato di concorso in estorsione ai danni del villaggio turistico Green Garden. Misura cautelare revocata nei confronti dell’imprenditore Raffaele Corigliano, 56 anni di Mileto ma residente a Pizzo. Difeso dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Antonio Porcelli, è accusato di concorso in illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso per favorire i Mesiano di Mileto nella distribuzione del pane. Nei suoi confronti i giudici del Tdl hanno ordinato l’immediata liberazione. Stessa sorte per Massimo Fortuna, 47 anni di San Gregorio d’Ippona, difeso dall’avvocato Diego Brancia e accusato di turbata libertà degli incanti aggravata dall’agevolazione mafiosa in concorso. Annullata l’ordinanza e con essa la misura dell’obbligo di firma per Antonio e Mattia Tripodi, rispettivamente 50 e 27 anni, entrambi di Santa Domenica di Ricadi (avvocati Patrizio Cuppari e Liciano La Terra Albanelli). Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche l’ipotesi accusatoria della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
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