Neppure il lucroso business del caro estinto è rimasto escluso dalle attenzioni del clan di Mileto. La vicende che segue è riportata nell’ordinanza cautelare del gip distrettuale Sara Merlin – che riprende il fermo della Dda di Catanzaro – e si sofferma sulle condotte di Michele Galati, ritenuto a capo della consorteria, Domenico Polito (alias “Ciota”) e Rocco Galati, evidenziando anche l’assoggettamento ad essi della parte offesa, segnatamente l’imprenditore Fortunato Ascoli, “che avrebbe finito col chiedere protezione” ma che invece sarebbe finito sotto estorsione.
Il titolare di un’agenzia funebre a Mileto si sarebbe infatti rivolto alla criminalità locale per scongiurare il rischio che una ditta concorrente – che era in procinto di essere avviata nello stesso territorio – potesse sottrargli una fetta di mercato: (Siccome hanno detto che … quel figlio di puttana di… di cazzo … qua .. come si chiama … quello di Calabrò … Quello che va girando insieme a Paolì. Dice che si è messo qua… che deve fare l’agenzia funebre a Paravati … con uno di Paravati … [ .. .].).
Il titolare di un’agenzia funebre a Mileto si sarebbe infatti rivolto alla criminalità locale per scongiurare il rischio che una ditta concorrente – che era in procinto di essere avviata nello stesso territorio – potesse sottrargli una fetta di mercato: (Siccome hanno detto che … quel figlio di puttana di… di cazzo … qua .. come si chiama … quello di Calabrò … Quello che va girando insieme a Paolì. Dice che si è messo qua… che deve fare l’agenzia funebre a Paravati … con uno di Paravati … [ .. .].).
La “contropartita”
Quale “contropartita” per questa “protezione mafiosa2 la vittima era “costretta a pagare denaro a titolo estorsivo ai Galati, come emerge chiaramente dalle captazioni da cui si ricavano le consegne di denaro da parte di Ascoli: (“Galati risale in auto e ripartono … si sente un rumore di carta (Galati conta i soldi)… Mimmo chiede se li ha raccolti … Michele conferma di averli presi e conta i soldi raccolti e alla fine dice “quattro”… “). Secondo le indagini anche Polito avrebbe partecipato alla presunta condotta delittuosa nei confronti di Ascoli in quanto anch’egli avrebbe ricevuto una parte del denaro estorto.
Le intercettazioni
Le indagini hanno consentito di stabilire come il 5 gennaio 2018 l’imprenditore abbia effettuato un’altra consegna di denaro a Galati nel capannone di quest’ultimo e come tre giorni dopo abbia comunicato che avrebbe consegnato una somma di denaro appena avrebbe ricevuto il pagamento per un funerale. In particolare, dalle captazioni emerge che i due si incontrano e Galati riceve da Ascoli un’altra somma di denaro. In tale circostanza il primo raccomanda al secondo di non pagare denaro ad altri soggetti. Subito dopo Rocco Galati chiede se Ascoli ha pagato e Michele Galati risponde: ((Te li ha dati?[. .. ], Eh non me li dà?! … sempre … Me li porta sempre [ … ] Eh che cazzo vuoi[…]).
Al clan andavano 400 euro per ogni funerale
Proseguendo nel dialogo emerge inoltre che i due interlocutori parlano della estorsione nei confronti di Ascoli specificando che quest’ultimo pagava alla cosca 400 euro per ogni funerale (Eh, 400 euro a funerale… ne muoiono cristiani! … Che cazzo vuoi?!… Ne muore uno al giorno (ride)… Trattalo bene … non lo prendere in giro![. .. ] Hai uno stipendio qua! […]). Ultimo dialogo intercettato tra i due evidenzia che Rocco Galati informa Michele sul fatto che l’imprenditore avesse guadagnato 6.000 euro per l’ultimo funerale che aveva fatto: ([ … } I soldi glieli ha già dati … mi ha detto (ndr, Ascoli) che glieli ha già dati, 6.000 euro gli ha dato stamattina […]).
Gravi indizi di colpevolezza
Pertanto, andando alle conclusioni di questa vicenda, secondo il gip Merlin “non vi sono dubbi sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Michele e Rocco Galati nonché di Polito in relazione al reato di estorsione considerato lo stato di costante assoggettamento di Ascoli. L’estorsione che risulta essere certamente aggravata dal metodo mafioso visto il tipico accerchiamento della vittima praticato dalle cosche e dalla finalità di agevolazione delle cosche visti i vantaggi economici che derivano dalle estorsioni. Infine, sussiste anche l’altra aggravante contestata considerata l’appartenenza dei correi alla ‘ndrangheta”. (f.p.)