“L’aggressione ai patrimoni che rappresentano la vera pericolosità sociale delle mafie non deve conoscere sosta”.
Lo ha sottolineato Nicola Morra, presidente della commissione antimafia, dopo l’incontro con con il direttore del Dac (Direzione centrale anticrimine), Francesco Messina, il direttore dello Sco (Servizio centrale operativo), Fausto Lampatelli, ed il direttore dello Sca (Servizio centrale anticrimine) della Polizia di Stato, Giuseppe Linares.
Lo ha sottolineato Nicola Morra, presidente della commissione antimafia, dopo l’incontro con con il direttore del Dac (Direzione centrale anticrimine), Francesco Messina, il direttore dello Sco (Servizio centrale operativo), Fausto Lampatelli, ed il direttore dello Sca (Servizio centrale anticrimine) della Polizia di Stato, Giuseppe Linares.
“Un incontro – spiega Morra – per capire ed approfondire che ha avuto al centro della discussione l’aggressione fattiva ai patrimoni mafiosi e la repressione della criminalità organizzata. Abbiamo dibattuto dell’importanza di nuove discipline per colpire al cuore i fenomeni criminali, di quanto sia importante sia arrestare sia confiscare patrimoni nello stesso momento, mettendo in campo le sinergie di questure e procure. Una lotta alle mafie non astratta e sorda ai riscontri della realtà criminale, ma calata completamente nel contesto d’intervento e che sappia muoversi con velocità fulminea, esattamente come fanno le mafie”.
“Sono grato – continua il presidente della commissione antimafia – al lavoro delle forze dell’ordine e non sono parole di circostanza. Oggi ho potuto ancora una volta apprezzare la professionalità ma anche la dedizione profuse in un lavoro meticoloso e difficile. Un lavoro che si deve muovere tra mille difficoltà legislative e che la politica deve saper aiutare a rendere efficace. Oggi ho ascoltato soprattutto parole concrete e di speranza, di passione e di impegno da specialisti che con passione servono lo Stato e questo mi rende sempre più convinto che la lotta alle mafie debba essere corale, e soprattutto che lo Stato c’è e lavora”.
Redazione Calabria 7